Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
17/04/2023 06:00:00

Cimitero e bilancio: le polemiche a Trapani 

Vietato morire a Trapani. Troppe salme attendono di essere sepolte al cimitero, e il Sindaco Giacomo Tranchida ha deciso di procedere, con un'ordinanza, alla revoca delle concessioni perpetue o superiori a 99 anni. Insomma, via alle vecchie salme, per fare posto alle nuove. La più anziana tra le salme è del 1843, la più recente del 1895. 

La decisione del Sindaco sta suscitando diverse polemiche, soprattutto per i modi. I parenti dei defunti sono stati avvisati con un pizzino attaccato sulla lapide. Non certo un modo elegante. E c'è chi si chiede anche se questa tagliola è giusto che colpisca tutti, anche persone che comunque sono legate alla storia di Trapani.

Anche perchè sembra che ci siano alcune cose che non vanno, come ha denunciato una cittadina trapanese in una lettera che abbiamo pubblicato ieri su Tp24. 

"Il sindaco comunica la revoca delle concessioni attaccando la notifica sulle lapidi dei defunti - ironizza Danilo Orlando - Però gli indirizzi dei vivi per mandare la letterina con i fac-simili elettorali li conosce tutti!Quando si dice l’efficienza".

"Trovo aberrante - aggiunge Valentina Colli - che mi si possa costringere ad estumulare la mia bisnonna (per esempio) e a riporla in un ossario, anche se ho pagato la concessione ed intendo rinnovarla. Mi pare aberrante azzerare parte della storia della società trapanese - che ebbi l’onore di approfondire, molti anni fa, proprio in uno studio della parte storica del cimitero di Trapani. Non è concepibile questo stato di emergenza che ci mortifica anche nella morte. E no, la soluzione non ce l’ho e non spetta a me formularla. Ma siccome saró chiamata alle urne, non quelle eterne speriamo!, mi aspetto che qualcun altro le fornisca e che siano civili". Secono Colli, inoltre, ci potrebbero essere dei vincoli da parte della Soprintendenza per le tombe legate alla memoria collettiva del luogo; e per l’assimilabilità, per analogia, delle parti antiche dei cimiteri (oltre i 50 anni), a bene culturale (art. 10 comma1 del D.Lgs. n. 42/2004).

 

Per il noto studioso trapanese, Salvatore Mugno è  "terribile cancellare questa memoria e questa storia, se c'è questo rischio". E si chiede:  "Cosa si può fare per salvare almeno il salvabile e le vestigia più importanti? Una campagna, certo insolita, del tipo "Adotta un defunto o un sepolcro"?

"Una comunità che calpesta la propria memoria non ha futuro" commenta lapidario Giovanni De Santis.

 

La vicenda cimitero entra anche nel dibattito politico. "Questa cosa di rimuovere le bare dei defunti per ovviare all incapacita' di programmare la costruzione di nuovi loculi e' inaccettabile - commenta l'ex deputato Nino Oddo -  E' vero che la normativa prevede questa possibilita' in casi di emergenza. Ma l' emergenza trova giustificazione in casi eccezionali e imprevedibili. Ma in questo caso era tutto statisticamente prevedibile. Non è che a Trapani in questi anni sono improvvisamente aumentati i decessi. Si sapeva benissimo quale sarebbe stata la necessità di nuovi loculi ed un'amministrazione oculata doveva programmarne la nuova costruzione, costruendo nuovi padiglioni o allargando l attuale perimetro del cimitero, cosa peraltro possibile. E' invece riprorevole pensare di interrompere il riposo eterno dei nostri defunti, intaccando anche la parte monumentale del cimitero di Trapani".

BILANCIO.  E' stata pubblicata dal Comune di Trapani la relazione di fine mandato del Sindaco uscente, Giacomo Tranchida, che si ricandida alla guida della città per le prossime elezioni del 28 e 29 Maggio. Si tratta di una relazione molto tecnica, che analizza i conti del Comune, la situazione delle partecipate, ed evidenzia anche la perdita di abitanti per Trapani dopo la scissione di Misiliscemi.

 Trapani, infatti, è passata da 67mila abitanti circa a 56mila. Proprio su Misiliscemi si apre un fronte polemico, nelle pieghe della relazione. Perchè è scritto che "nelle more della definizione dei rapporti finanziari ed economico-patrimoniali tra il Comune di Trapani e il Comune di Misiliscemi, il primo ha continuato a sostenere le spese e ad accertare le entrate del neocostituito Ente territoriale. Con riferimento all'esercizio finanziario 2022, si rileva che talune entrate, come ad esempio Imu e Tari, sono state accertate ed incassate dal Comune di Misiliscemi, mentre la maggior parte della spesa di tale ultimo Ente è stata sostenuta dal Comune di Trapani".

Dal 2021, insomma,  il Comune spende i soldi dei trapanesi per garantire servizi agli abitanti del nuovo Comune di Misiliscemi, ma non incassa dai misilesi le imposte dovutegli.
Il Sindaco Tranchida già in un precedente comunicato aveva invece sottolineato l'avanzo di  670.000 euro, "dimenticando che il sindaco superstar e supercompetente nel 2018 ereditò dai pessimi predecessori avanzi per circa 8 mln di euro" sottolinea Giovanni De Santis, che ha ideato il movimento "Stop" che sostiene la candidatura a Sindaco di Maurizio Miceli.

Anche Miceli, nella conferenza stampa di apertura della campagna elettorale, ha trattato il tema: "La separazione con Misiliscemi poteva essere gestita meglio - dice -. Io, nel 2018, fui uno dei pochi a prendere posizione contro la nascita del nuovo Comune, Tranchida invece era favorevole. I risultati adesso si vedono, perchè purtroppo nessuno si è voluto impegnare per gestire meglio questa separazione in termini di assegnazione di risorse, ripartizione delle spese ed altro". 

Qui la relazione.