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23/09/2023 06:00:00

Una panchina gialla per Giulio Regeni a Marsala

Una panchina gialla. Che sia da segnaposto per ricordare, a tutti, il coraggio e il sacrificio di un ragazzo che credeva nei diritti e nella libertà.


Marsala, così, rende omaggio a Giulio Regeni. il giovane ricercatore italiano torturato e ucciso da poliziotti egiziani tra gennaio e febbraio 2016.
Oggi la panchina gialla arà installata nel sagrato antistante la chiesa di San Giovanni al Boeo.
Lo slogan è "Verità e Giustizia per Giulio Regeni".

L'iniziativa è delle associazioni 'Amici del Parco archeologico di Marsala', '38° Parallelo', e del Parco Archeologico di Lilibeo e del Comune.
L'intitolazione della panchina spiega una nota del Museo-Parco archeologico di Lilibeo-Marsala, è stata decisa "per mantenere vivo il ricordo di Giulio Regeni: una storia di coraggio e di sacrificio che ci ricorda quanto la ricerca della verità e della giustizia debbano essere un esercizio quotidiano e collettivo".

 

 

Alle 10.30 un incontro nella sala conferenze del Museo archeologico con l'avvocata Alessandra Ballerini, autrice del libro 'Giulio fa le cose'. L'incontro è aperto soprattutto alle scuole.

Alle 12:00 l’intitolazione di una panchina gialla per mantenere vivo il ricordo di Giulio Regeni.
La decisione di installare la panchina nel sagrato antistante la chiesa di San Giovanni al Boeo, di proprietà demaniale e aperta alla pubblica fruizione è molto importante. La scelta del luogo è simbolica, San Giovanni fu martire per la ricerca della giustizia e della verità.
“Una panchina ubicata tra la bellezza della natura e le bellezze archeologiche e monumentali del Parco ma soprattutto che guarda l’orizzonte sul mare che ci divide dalla ricerca della verità” spiega in una nota del parco.


Giulio fu rapito il giorno del quinto anniversario della rivoluzione egiziana, il suo corpo venne ritrovato lungo il ciglio di una strada. Le ricostruzioni sulla morte, prodotte dalle autorità egiziane non furono subito chiare. La situazione portò il governo italiano a ritirare il proprio ambasciatore dall’Egitto.

Ancora oggi, sul versante delle indagini, non sono emerse grandi novità: uno stallo che è anche politico, visto che l’azione diplomatica non sembra avere ottenuto finora grandi risultati. Una vicenda che ha visto susseguirsi smentite, depistaggi, indagini giudiziarie e giornalistiche, ipotesi di complotti, silenzi e accuse politiche.

 

 

 


"Non conoscere ancora la verità per la morte di Giulio Regeni a sette anni di distanza riempie di amarezza - dice Anna Occhipinti, direttrice del Parco archeologico di Lilibeo - Per una famiglia di cui intuiamo i patimenti a causa di una perdita che non trova giustificazione, per il nostro Stato che ci appare in tutta la sua impotenza, per le tante vittime di ingiustizie che silenziosamente gridano!" "Ancora oggi sul versante delle indagini - afferma una nota del Parco - non sono emerse grandi novità: uno stallo che è anche politico, visto che l'azione diplomatica non sembra avere ottenuto finora grandi risultati. Una vicenda che ha visto susseguirsi smentite, depistaggi, indagini giudiziarie e giornalistiche, ipotesi di complotti, silenzi e accuse politiche".

Intanto sono giorni decisivi sulla prosecuzione del processo sull'omicidio di Giulio Regeni. I giudici della Corte Costituzionale, infatti,  dovranno decidere sull’eventuale ripresa del processo nei confronti dei quattro agenti della National security, il servizio segreto egiziano, imputati per l’assassinio del ricercatore italiano. Una decisione che potrà dire se si arriverà a sapere la verità sulla morte del ricercatore italiano.