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01/01/2024 06:00:00

Dalle alluvioni al gran caldo. Il 2023 è stato l'anno degli eventi estremi in Sicilia

 Dai 47 gradi alle alluvioni, alle mareggiate. La Sicilia è l’isola degli eventi meteorologici estremi, e nel 2023 è stata tra le regioni più colpite in Italia.

Gli eventi estremi nell’anno appena concluso sono saliti a 378, in aumento del 22% rispetto al 2022, con danni miliardari e la morte di 31 persone. Lo rivela l’Osservatorio Città Clima di Legambiente. Il Nord Italia, con 210 eventi meteorologici estremi, è stata l’area più colpita, seguita dal Centro (98) e dal Sud (70). In aumento alluvioni ed esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), le temperature record nelle aree urbane (+150%), le frane da piogge intense (+64%), le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%). Lo zero termico ha raggiunto quota 5.328 metri sulle Alpi, con i ghiacciai in ritirata.

Le Regioni più colpite sono state Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna ma nelle posizioni di vertice compare anche la Sicilia con 21 fenomeni gravi. L’Isola, inoltre, è stata quella più colpita nel Centro Sud. Nell’elenco delle città, dopo la Capitale con 14 eventi, ci sono Milano e Palermo con sei e cinque. Andando a visionare le categorie emerge l’elevato numero di allagamenti da piogge intense – 118 -, poi ci sono i danni da trombe d’aria e raffiche di vento – 81 – e quelli dovuti alle forti grandinate.

 

A caratterizzare il 2023 in Sicilia è stato certamente il gran caldo, con punte di 47 gradi a luglio in tutta la regione. In particolare a Palermo, Catania e Priolo si sono superati i 47 gradi il 24 luglio scorso, e in quei giorni un po’ in tutta la Sicilia si sono verificati numerosi incendi boschivi. Caldo anomalo che si è esteso anche in periodi inusuali, come il 30 ottobre, quando le temperature sono arrivate a 32 gradi a Palermo.

Tra i 21 eventi estremi registrati in Sicilia, solo uno si è verificato in provincia di Trapani.

Il 10 gennaio Forti venti di burrasca in arrivo da nord hanno sferzato la costa siciliana accompagnate da abbondanti precipitazioni. A Castellammare del Golfo, alberi e cornicioni di case sono stati abbattuti per via del forte vento, causando vari danni anche ad autovetture. Diversi i comuni che hanno disposto la chiusura di parchi e ville per scongiurare la caduta di rami o alberi e quindi pericoli per i passanti.

Un quadro preoccupante quello tracciato dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente a cui si aggiunge il fatto che l’Italia è ancora senza un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici. Un paradosso tutto italiano che dimostra quanto l’Italia sia indietro nella lotta alla crisi climatica e nell’adottare politiche climatiche più ambiziose. Per l’associazione ambientalista il Paese continua a rincorrere le emergenze senza una chiara strategia. Serve una road map climatica nazionale non più rimandabile, fondata su tre pilastri: il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici da approvare senza più ulteriori ritardi, stanziando adeguate risorse economiche (ad oggi assenti) per attuare il Piano; una legge contro il consumo di suolo, che ancora manca all’appello dopo oltre 11 anni dall’inizio del primo iter legislativo, e per la rigenerazione urbana, snellendo le procedure per abbattimenti e ricostruzioni; superare la logica dell’emergenza agendo invece sulla prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni.