Io vagabondo e la seconda chance.
Il 31 dicembre 2023 si sono compiuti 7 anni e 40 giorni della nuova vita, con l'unico tatuaggio a rammentare la data della fine della prima, sapendo che questa locuzione urterà anime che vogliono bene al sottoscritto. Dopo 55 giorni in Terapia intensiva, il trasferimento, purtroppo errato, a Sciacca per la riabilitazione, ecco l'inizio del nomadismo. I primi sette mesi servirono a stabilizzare la condizione, con due episodi di rianimazione 'bocca a bocca', sfortunatamente maschili. Poi il trasferimento a Pavia per lo svezzamento dal respiratore artificiale, il 22 novembre 2016, e la rinascita. Nonostante fossero passati 14 mesi, nessuna diagnosi. Arrivo a Montecatone -Imola- alla soglia dei 49 anni, nel 2017: tetraplegico incompleto a vita e altri 300 giorni trascorsi ad essere educato alla nuova esistenza. Il ritorno a casa, dopo la frequentazione del nido d'infanzia, nel novembre 2017 e la ricerca della nuova identità, che fu individuata nell'impegno, nella conoscenza approfondita della politica dell'Urbe di Lilybaeum per i 'patrizi', Maissala per i plebei ed anche partecipando ad eventi culturali della città. Ricordo nitidamente quello che fece da spartiacque: domenica 2 settembre 2018 al Circolo Canottieri di Capo Boeo, in un appuntamento della rassegna letteraria "L'aperitivo con l’autore".
Francesco Viviano, giornalista e scrittore, presentò il suo ultimo libro scritto insieme ad Alessandra Ziniti, dal titolo "Non lasciamoli soli". Conversò con il bravissimo letterato Nino Rosolia e moderò la conversazione il direttore della testata che mi ospita, Giacomo Di Girolamo. Ne seguirono altri: al complesso monumentale di S.Pietro, alle cantine Bianchi o a Palazzo Fici, sempre con il massimo comun divisore, il direttore di Tp24 a moderare. In quegli incontri la "malsana idea" di scrivere e il conseguimento del tesserino di giornalista, il relativo praticantato con un'altra testata. Prima l'altrettanta follia di Giacomo Di Girolamo di affidarmi una rubrica con questa motivazione: "Vittorio Alfieri è uno dei lettori più affezionati e attenti di Tp24, lucido osservatore delle cose che accadono sul nostro territorio. Da oggi parte uno spazio a lui dedicato sul nostro giornale. E non poteva che chiamarsi così: L'Alfiere". Notevole. Riconquista della nuova identità da novello Vagabondo.
Sicuramente il racconto espresso è per catarsi ed egocentrismo, ma anche come augurio per il 2024, per chi lo desidera o ne ha bisogno, perché la vita concede quasi sempre una seconda chance. Buon Anno.
Vittorio Alfieri