La Cassazione ha confermato le condanne del processo "Scrigno" ("abbreviato"), rigettando tutti i ricorsi avverso la sentenza della corte di Appello di Palermo che a sua volta aveva confermato le condanne emesse dal GUP Serio presso il tribunale di Palermo.
Tutti gli imputati in misura detentiva restano in carcere, mentre gli unici due condannati a piede libero sono stati portati in carcere.
Il prossimo 28 maggio inizierà il processo sempre relativo all'operazione "Scrigno", davanti la Corte d'appello Palermo (dibattimento ordinario) presso la prima Sezione penale. I sei imputati sono l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, condannato in primo grado a 12 anni di carcere, e oggi ai domiciliari. Poi Antonino Buzzitta, Vito D'Angelo, Vito Gucciardi, Vito Mannina, Alessandro Manuguerra . Già la prima sezione penale della corte d’Appello di Palermo, presieduta da Adriana Piras, aveva modificato sette delle 17 posizioni della sentenza di primo grado emessa il 20 novembre 2020 dal gup di Palermo.
In particolare i giudici d’Appello avevano condannato a 12 anni di reclusione Carmelo Salerno (assolto in primo grado), aumentato le pene per Michele Martines da 5 anni e 4 mesi a 13 anni e 4 mesi, per Francesco Orlando da 5 anni e 4 mesi a 12 anni e 8 mesi, per i fratelli Virga, Francesco e Pietro (rispettivamente da 8 anni a 16 anni e 8 mesi e da 8 anni a 19 anni e 4 mesi). Diminuite invece le condanne per Francesco Russo che passa dai 4 anni del primo grado ad un anno e sei mesi e per Jacob Stelica che sempre da 4 anni si riduce ad un anno. Per quest’ultimi due la pena è sospesa. Confermate, infine, il verdetto di primo grado per Vincenzo Ferrara (3 anni e 4 mesi), Francesco Peralta (8 anni e 4 mesi), Giuseppe Piccione (8 anni), Pietro Cusenza (8 anni e 4mesi).
Alcuni degli indagati scelsero di essere giudicati col rito abbreviato, e nel novembre 2020 il gup Filippo Serio, ridimensionando di parecchio le richieste di condanna dei pubblici ministeri, condannò quattordici dei diciannove imputati, complessivamente a 70 anni di carcere, assolvendone cinque, tra questi l’ex assessore comunale di Trapani, Ivana Inferrera, (coniuge del condananto Antonino D'aguanno detto Ninni).