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24/04/2024 06:00:00

Autonomia differenziata, "norma scellerata che peggiora la vita dei Siciliani"

 Continua ad essere acceso il dibattito sull'Autonomia Differenziata. Se n'è discusso nel mini tour siciliano che ha toccato nell'ordine Aci Castello, Scoglitti, Gela, Caltanissetta, Palermo e Paceco. La tappa palermitana, tenuta all'Ars, ha visto relazionare sul tema politici, economisti, giuristi ed altri esperti in occasione di un convegno organizzato dalla commissione biblioteca di Palazzo dei Normanni, presieduta dalla deputata M5S Roberta Schillaci. 

“Quella dell'autonomia differenziata è una delle riforme più importanti degli ultimi anni che rischia di cambiare pesantemente, e in negativo, il destino delle popolazioni del Sud e della Sicilia in particolare. Se passa, per la scuola e la sanità saranno guai enormi, specie per il servizio sanitario nazionale che rischierebbe di essere smantellato. E il problema è che le persone di quello che li aspetta sanno poco o nulla, vanno informate per evitare il disastro”. Queste le parole dell'ex presidente della Camera dei deputati Roberto Fico e del coordinatore regionale per la Sicilia del M5S Nuccio Di Paola al termine del mini tour in Sicilia per discutere sull'Autonomia Differenziata.

Fico e Di Paola assieme a numerosi esponenti Cinquestelle hanno sviscerato alcuni dei più controversi aspetti del ddl in discussione a Roma “di cui – dicono- si parla troppo poco, vista l'enorme portata della posta in gioco. Siamo di fronte ad un punto di non ritorno che non deve essere assolutamente oltrepassato”

Fico: "Riforma che spaccherà il Paese i due" - “Combattere l’autonomia differenziata – dice Fico - è una priorità assoluta perché parliamo di una riforma che spaccherà il Paese in due e che aggraverà i divari, a partire dal comparto sanitario che in Sicilia, come in tutto il Sud, sono già enormi. Dobbiamo lavorare per ridurre le diseguaglianze sociali e territoriali, non aumentarle: è questa la condizione indispensabile per costruire una società giusta ed equa. Di sicuro non ci serve un provvedimento come quello voluto dal ministro Calderoli per soddisfare le esigenze elettorali della Lega”.

Di Paola: "Non possiamo non fare nulla" - “Davanti a questo scempio – afferma Di Paola – non possiamo stare con le mani in mano. E Schifani non cerchi di buttare la palla in tribuna. Parla di Livelli Essenziali di Prestazione, di passi avanti fatti grazie a Tajani e Forza Italia, quando, per dimostrare se sta con i siciliani o con Roma, sarebbe bastato votare “no” al ddl Calderoli e non “sì” come invece ha fatto il suo governo in sede di conferenza Stato Regioni. Le sue parole oggi, pertanto, hanno il sapore di beffa, dell’ennesima presa in giro ai siciliani”.

L'incontro a Paceco - Di Autonomia Differenziata si è parlato a Paceco, presso Centro Diurno Comunale, nell’ambito di una iniziativa del M5S. Incontro molto partecipato, sala piena per un argomento ostico che, ben oltre ai risvolti tecnico giuridici, investe la quotidianità di tutti. «Un pasticcio, una legge scellerata», così Roberto Fico e Cristina Ciminnisi, deputata regionale, hanno definito l’autonomia differenziata, il disegno di legge, a firma del leghista Calderoli, che ha ricevuto l’approvazione in Senato ed è in discussione alla Camera. Tutti gli interventi hanno rilevato le criticità insite nell’architettura della norma che punta a trattenere nei territori la gran parte del gettito fiscale e a chiedere allo Stato competenza esclusiva su alcune materie come sanità, scuola, energia, servizi sociali. Senza solidarietà fiscale tra le regioni, il rischio è quello di creare una Italia a due velocità, di spaccare il Paese tra regioni ricche del Nord e regioni povere del Sud.

Fico: "ci rimetteranno tutti i cittadini e i più deboli" - «L’autonomia differenziata – le parole di Fico a Paceco – è un pasticcio perché se unita alla riforma del premierato determinerà una architettura istituzionale incomprensibile dove ci rimetterebbero tutti i cittadini e quelli più deboli soprattutto; ed è una riforma scellerata perché divide il Paese e ci scippa di fatto la nostra Repubblica. É necessario arginare questo disegno con azioni come quelle di questa sera: mobilitare l’opinione pubblica, parlarne, fare la battaglia parlamentare che stiamo facendo, in caso di approvazione bisognerà ricorrere alla Corte Costituzionale e magari proporre un referendum».

«L’Autonomia differenziata è la “secessione dei ricchi”, che – ha detto Ciminnisi – assicurerà molti più finanziamenti alle regioni del Nord, che già dispongono di maggiori risorse rispetto a quelle del Sud, violando ogni principio etico e costituzionale di solidarietà nazionale e di perequazione fiscale. Il Governo Meloni e la Lega cercano di incassare un risultato, in vista delle elezioni europee, che però non fa bene ai cittadini, non fa bene al Paese, non fa bene alle singole regioni. Disuguaglianze verranno prima cristallizzate, poi amplificate, andando in direzione completamente opposta anche a quelle che sono le finalità del PNRR che ci ha consentito di avere molte risorse proprio per colmare il divario tra nord e sud».

Giovanni Scala, docente di diritto Costituzionale dell’Università di Palermo ha posto l’accento sul disordine di natura giuridica che potrebbe generarsi con una giungla di norme che variano da regione a regione, anche sulla stessa materia. Ciò porterebbe ad intasare di contenziosi la Corte Costituzionale, una circostanza ben peggiore rispetto a quanto già accaduto tra il 2001 e il 2015 quando dopo la riforma del titolo V della Costituzione l’Alta corte è stata impegnata in ben 15 anni di giudizi e sentenze sui contenziosi tra Stato e Regioni.

Liria Canzoneri, segretaria generale della CGIL, ha prefigurato il rischio che regolamentazioni diverse tra regioni, in materie come energia e lavoro, fino ad oggi competenza esclusiva dello Stato, torneranno a generare le gabbie salariali e a impoverire ulteriormente l’economia del Meridione, penalizzandone il già precario tessuto produttivo e imprenditoriale.

 Rossana Titone