Dopo Salvatore Angelo e il figlio anche gli altri tornano in libertà.
Il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato le misure cautelari emesse a metà aprile nei confronti di 11 persone ritenute vicine a Matteo Messina Denaro e accusate di riciclare il tesoro della mafia.
Tra gli arrestati figuravano Salvatore Angelo, di Salemi, già condannato per mafia in passato, e il figlio Andrea.
Secondo l'accusa, avrebbero sfruttato il circuito internazionale Swift per spostare all'estero 12 milioni di euro provenienti dai clan palermitani, rendendo i soldi non tracciabili.
Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, avevano ipotizzato due operazioni di riciclaggio.
Il trasferimento di 12 milioni di euro dalla Deutsche Bank a una filiale della HSBC nel 2019. Gli inquirenti sarebbero in possesso del "report swift", un documento che riassume i dettagli della transazione.
Il tentativo di acquisire 12 punti vendita della Coop Sicilia con denaro sporco. L'affare non andò a buon fine e gli imprenditori avrebbero anche cercato, inutilmente, di incontrare il senatore di Italia Viva Davide Faraone per ottenere il suo sostegno.
Il denaro da riciclare sarebbe appartenuto a esponenti mafiosi palermitani sconfitti nella seconda guerra di mafia da Totò Riina. Con la morte di Riina nel 2017, questi boss sono tornati a Palermo, con l'obiettivo di recuperare i loro patrimoni mai sequestrati.
Oltre al riciclaggio del denaro gli Angelo sono accusati di aver riciclato denaro per conto della 'ndrangheta e di Calogero John Luppino, il "re" delle scommesse clandestine online e fedelissimo dell'ex latitante.
Le motivazioni della revoca delle misure cautelari non sono ancora state rese note. La decisione del Tribunale del Riesame rappresenta un duro colpo per l'accusa, che dovrà ora fornire nuovi elementi per sostenere le sue ipotesi investigative.