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30/11/1999 00:00:00

Chirurgia estetica delle parti intime

intervento di chirurgia estetica che aveva come obiettivo non un lifting che attenuasse le rughe del viso, il rassodamento del seno o dei glutei, oppure una liposuzione alle cosce, bensì il ringiovanimento della parte del corpo di una donna più ”privata” e intima, la vagina.

Come molte donne della sua età, era insoddisfatta del proprio corpo e pensava che un piccolo ritocco chiesto al chirurgo estetico potesse aiutare ma, con una decisione dettata da una solida autocoscienza, la donna, abituata a regalare la capacità di star bene con sé stessi nell’intimo con le sue sedute meditazione, ha deciso per una volta di pensare al proprio corpo dedicandosi al suo ”intimo”, inteso però come area genitale.

Si tratta del nuovo trend della chirurgia estetica, scoppiata negli Usa e che ora sta dilagando e pare abbia contagiato anche le donne italiane. Tra le richieste

più gettonate ci sono il rassodamento dei muscoli vaginali rilassati dopo il parto o con l’invecchiamento, detto vaginopalstica, la correzione e riduzione delle labbra quando esse hanno una forma troppo irregolare, sgradevole o dimensioni troppo grandi, detta labioplastica, la liposuzione dell’area del pube e perfino la riparazione dell’imene. Insomma, praticata da una decina di anni, la chirurgia estetica intima fra le donne non è più un tabù e spesso viene utilizzata per risolvere una situazione di disagio psicologico. Finora tali interventi erano riservati alla cura di problemi medici come l’incontinenza, le malformazioni congenite o le lesioni legate al parto, ma ora prevale l’aspetto estetico. In meno di due ore e a un costo tra 2000 e 5000 euro, il chirurgo promette una vagina nuova di zecca. E c’è anche chi, per circa 2000 euro, chiede che le venga ridata la verginità e il medico ricostruisce l’imene. Gli interventi tendono, oltre che al ringiovanimento vaginale, con un conseguente miglioramento del ”look” genitale, anche ad accrescere la soddisfazione sessuale. Anche i chirurghi che non praticano o non pubblicizzano interventi di questo tipo ammettono di ricevere ogni mese numerose richieste tese ad ottenere questi risultati.

Il dottor V. Leroy Young, presidente della task force dedicata all’argomento, nata nel 2004, nell’ambito dell’American Society of Aesthetic Plastic Surgeons, sottolinea come l’entusiasmo attorno a questa area della chirurgia estetica sia molto forte, e in costante aumento. Negli Usa sono comparse addirittura campagne pubblicitarie per incentivare gli interventi di chirurgia vaginale, che risulta essere la terza procedura chirurgica in ordine di crescita. Oltre che ragioni di tipo puramente estetico o legate all’attività sessuale, gli interventi hanno anche motivazioni anatomiche, in quanto in molte donne le dimensioni delle grandi labbra possono provocare dei problemi nell’indossare pantaloni stretti o nel praticare attività sportive come ciclismo o equitazione. Non ultime sono le motivazioni legate al marketing della moda intima, che esige perizoma, bikini, tanga ed altri capi sempre più ridotti e che mettono l’area genitale più in vista che in passato, con relativa necessità di curare con più attenzione anche l’estetica dell’area intima. Una piccola minoranza degli interventi, in particolare quelli di ricostruzione dell’imene, è praticata per motivazioni etniche o religiose per le quali certe donne esigono la verginità, anche se affidata al bisturi. Gary J. Alter, un chirurgo plastico e urologo con studi a Beverly Hills e Manhattan sottolinea l’attenzione delle donne al look, ad esempio per quanto riguarda la rasatura dell’area pubica, un segnale della crescente attenzione all’estetica anche di ciò che di solito è nascosto. Bernard H. Stern, ginecologo di Fort Lauderdale, in Florida, si è ormai da dieci anni concentrato esclusivamente sulla chirurgia estetica genitale e le richieste si sono quadruplicate: 4-5 interventi al giorno per pazienti provenienti sia dagli Stati Uniti che dall’estero. Un business che lui stesso definisce altamente redditizio, con tutta la soddisfazione dei pazienti.

Secondo la rivista americana Self, che ha condotto un’indagine proprio sull’argomento, 1 persona su 10 ha risposto che “considera la chirurgia delle parti intime come qualcosa che aiuta a sentirsi meglio e più sexy”. La paziente tipo è in genere una donna intorno ai 40 anni, professionista, che accusa un disagio dovuto alle conseguenze di gravidanze pregresse, o a oscillazioni di peso, e che vuole migliorare una parte anatomica che, pur essendo nascosta, rimane il centro della femminilità.
E il boom di questi interventi sembra toccare proprio ogni parte del mondo. In Australia, uno studio recentemente realizzato da Medicare ha rivelato che negli ultimi 10 anni il numero di richieste di operazioni per il ringiovanimento vaginale è triplicato. In Inghilterra, come riporta l’Harley Medical Group, il numero di donne che si sono rivolte al chirurgo per rimodellare le proprie parti intime sono aumentate in media del 30% dal 2006 a oggi. Ma nel 2009 le operazioni fatte tramite il sistema sanitario nazionale inglese sono cresciute addirittura del 70% rispetto all’anno precedente. Anche la Spagna si è adeguata a questo trend: secondo la Sociedad Espanola de Cirugia Plastica Reparadora y Estetica, nonostante la crisi che ha colpito anche il settore della chirurgia estetica, penalizzandolo con una contrazione del 30%, la chirurgia ‘intima’ continua a registrare un vero e proprio boom ed è aumentata, solo nell’ultimo anno, del 20%.

 

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