a macchina organizzativa ha funzionato a pieno regime, i ceti sono riusciti a rimanere compatti e grazie all'impegno di ogni persona facente parte dell'Unione Maestranze, tutto è andato per il meglio. La notte per le vie del centro storico, con il solo accompagnamento dei tamburi e senza processioni, si è svolta regolarmente, senza troppi affanni e corse. L'atmosfera magica delle antiche vie, contornate da un cielo sereno e dal gioco di luci e ombre creato dal passaggio dei Sacri Gruppi, è durata per tutta la fase notturna, fino a quando all'altezza di Via Tartaglio e di Via Cristoforo Colombo, le bande della «Lavanda dei Piedi» e di «Gesù dinanzi ad Erode», del ceto dei Pescatori e dei Pescivendoli, hanno iniziato ad intonare la caratteristica «musica 'ri misteri», ad onorare le categorie più caratteristiche della nostra città .
Subito dopo si sono ricomposte le processioni, contornate dall'albeggiare del cielo. La via di ritorno si è riempita piano piano di tanta gente, tra l'odore dei cornetti caldi e i visi stanchi dei processionanti e visibilmente consapevoli che tutto stava per finire. Alle 8 in punto il gruppo della «Separazione», ha varcato Piazza Purgatorio e da quel momento è stato un tutt'uno di bande e processioni senza alcun distacco, con le ultime marce eseguite tra l'emozione dei musicisti, e le ultime annacate dei portatori, che mai fino a quel momento sentivano la stanchezza delle pesanti statue. Dentro la chiesa gli abbracci e i baci dei componenti dei gruppi, a complimentarsi l'un l'altro dell'ottima riuscita della processione. Intanto il sole iniziava a riscaldare la piazza e i gruppi proseguivano la fase di entrata.
Appena l'Addolorata è arrivata in piazza, il vescovo Miccichè ha letto il suo discorso incentrato sui bisogni della città e dei giovani trapanesi. Al termine dell'intervento, mons. Miccichè si è complimentato con l'Unione Maestranze, con il presidente Buscaino e tutti i ceti, per l'ottima riuscita della processione. Senza dubbio, il direttivo dell'Unione Maestranze, il cui mandato scade a giugno, ha saputo dimostrare che quando c'è una vera unione tra i ceti, in sinergia con la diocesi e con le autorità locali, è possibile organizzare delle processioni ordinate e coese,
indipendentemente da itinerari infelici, degne dei 400 anni di storia portate in spalla. A processione conclusa, le strade piene di cera sono state prontamente pulite e il vento ha ricominciato a soffiare, dopo essersi fermato, insieme alla pioggia, per 24 ore.
Appuntamento al 2 Aprile 2010.
Francesco Genovese