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14/04/2009 11:00:25

Crescita zero per le imprese femminili siciliane

Unioncamere (condotta sulla base dei dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio) stavolta riferisce del totale delle imprese registrate e non soltanto di quelle individuali. Il dato complessivo è sconfortante, rispetto alle previsioni “rosa” degli anni precedenti ed anche dell’ultimo semestre. Tutta colpa della crisi? “Può darsi che anche le imprese femminili risentano della generale diminuzione delle iscrizioni e del maggior numero di chiusure di attività – commenta il presidente di Unioncamere Sicilia Giuseppe Pace – ma il rapporto delle imprese attive femminili rispetto al dato generale è in costante aumento, soprattutto in quelle province in cui c’è una maggiore concentrazione di iniziative imprenditoriali in cui le donne riescono a dare il meglio: nella attività immobiliari, nell’informatica, nel turismo, con alberghi e ristoranti, nei servizi, sociali e personali. Diminuiscono nel commercio, un settore che risente degli effetti della crisi con una contrazione generale della spesa delle famiglie”. Il Mezzogiorno resta comunque l’area del Paese con il più elevato tasso di femminilizzazione delle imprese: a fine 2008 è pari al 25,76% (due punti percentuali in più rispetto alla media nazionale). La Sicilia è tra le prime per numero di imprese guidate da donne, dopo Lombardia, Campania e Lazio. Qualche sorpresa, invece, si ha guardando i dati provinciali. La percentuale di crescita di Messina la pone tra le prime nove italiane. Segue distanziata Palermo. Il generale dato negativo è determinato dalla flessione di imprese rosa registrata da Agrigento, Trapani, Catania e in modo particolare da Caltanissetta, dove insistono maggiormente le imprese femminili che hanno avuto la contrazione più significativa. Nelle altre province il dato è ancora vicino allo zero.