Nei corridoi del San Carlo medici e infermieri si passavano la notizia della morte del chirurgo che per primo effettuò un trapianto di cuore su un bambino. A chiedere informazioni sulla morte di Marcelletti anche un'insegnante che avendo sentito alla radio quanto successo ha voluto comunque far visita a «un uomo che nella sua vita ha fatto tanto del bene». «Dopo essere stato ricoverato - ha raccontato un paziente - Marcelletti ha telefonato alla moglie che si è subito precipitata in ospedale. Stava molto male e mi ha chiesto molto gentilmente di abbassare le tapparelle della finestra della stanza perché gli dava fastidio la luce, era quasi a disagio per avermelo chiesto». I familiari, come spiega il legale di Marcelletti, Roberto Tricoli, «preferiscono non commentare». Anche se, racconta il legale, «Marcelletti era molto provato
. Dopo l'arresto aveva avuto problemi fisici a causa di una trombosi, ed era stato curato da infermieri che erano andati a trovarlo mentre era ai domiciliari». Marcelletti, proprio un anno fa, il 6 maggio 2008, fu arrestato con l'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e del sistema sanitario, peculato e concussione. Ma a fare più male di tutto fu l'accusa di pedopornografia per un rapporto intrattenuto con una minorenne. Sotto accusa alcuni messaggi a sfondo sessuale scambiati col cellullare. «Ho fatto una sciocchezza, sono dispiaciuto, non so come dirlo, quei messaggi telefonici sono stati un momento di debolezza, ma per pochi giorni, quella ragazzina non l'ho neanche sfiorata». Così si difese Marcelletti che restò in servizio all'ospedale civico di Palermo fino al novembre scorso quando decise di ritirarsi. «Era stressato per le ripercussioni lavorative che aveva avuto la sua vicenda giudiziaria», dice Tricoli». La fama di Marcelletti era legata al primo trapianto di cuore eseguito in Italia 10 febbraio dell'86 su di un bambino di Roma, Ivan di Fratta. Marcelletti era nato a Maiolati Spontini nel 1944, in provincia di Ancona; si era laureato in Medicina e chirurgia all'Università Cattolica di Roma.
Dopo la laurea era andato a studiare in Inghilterra e negli Stati Uniti, specializzandosi, nel 1975, in cardiochirurgia pediatrica alla Mayo Clinic di Rochester del Minnesota. Rientrato in Italia nel 1982 è diventato primario cardiochirurgo del dipartimento medico chirurgico dell'ospedale Bambin Gesù di Roma dove effettuò il primo trapianto su bambino. Dopo un periodo di stop dal lavoro e di studio all'estero, Marcelletti decise di trasferirsi all'ospedale Civico di Palermo. Ed è qui che nel 2000 coordinò, insieme con il collega William Norwood della Dupont Foundation di Philadelphia, l'equipe di chirurghi che tentò di separare le sorelline siamesi di origine peruviana Marta e Milagros. Purtroppo il tentativo non riuscì e sulla vicenda si scatenarono polemiche di ordine etico sul fatto di scegliere di mantenere in vita una bambina e non l'altra. Profonda la stima dei colleghi. Il senatore e chirurgo Ignazio Marino ha ricordato la scomparsa di «un professionista che ha dato un contributo tecnico importante alla cardiochirurgia pediatrica». «Nonostante una vita travagliata - ha detto Marino - Marcelletti aveva sempre dimostrato forza e determinazione nel condurre l'attività clinica in ogni luogo dove si è trovato ad operare». Per capire quanto avesse dato alla medicina mondiale ecco le parole dell'ex ministro alla Salute Elio Guzzanti: «Dal punto di vista chirurgico era "il protagonista". Non discuto la persona e la sua vita personale. Il dispiacere è molto. Era un uomo ancora giovane. Non lo vedevo da circa quattro anni. Le cose che ha passato hanno inciso. Stroncano le gambe e anche il cuore. Marcelletti era tra i pionieri di un nuovo corso».