sociali e socio-sanitari di ciascun territorio. Per il prossimo triennio, il Gruppo Piano ha scelto di privilegiare pochi grandi progetti, che fanno girare molti soldi, ma che coinvolgono un numero limitato di soggetti, piuttosto che distribuirli su fasce più ampie di popolazione: 5 0 6 progetti per una spesa complessiva di 2.700.000 euro.
Secondo il punto di vista di alcune associazioni che operano nella zona, il piano prevede progetti che andrebbero a rifornire “più le casse dei professionisti coinvolti nella gestione del progetto piuttosto che andare alla gente che ne ha davvero bisogno. “Ci sono progetti fatti per professionilità ben precise” – ci spiega Vittore Saladino – “Oltretutto Padre Fiorino, rappresentante della Diocesi di Mazara
del Vallo, aveva chiesto di visionare il monitoragggio delle attività svolte negli anni precedenti, per capire quali di queste attività hanno un reale riscontro di utenza. Ma gli è stato negato”. Già in una lettera aperta ai cittadini, datata 23 maggio 2009, Padre Fiorino affermava che “il nuovo Piano di Zona dei servizi sociali e sanitari per il triennio 2010 – 2012 che si sta elaborando non risponde, a nostro parere, in maniera adeguata ed efficace ai più gravi bisogni sociali presenti nei suddetti Comuni”.
Tra le attività previste nel Piano di Zona ci sono:
- Progetto “La Girandola” per 20 bambini, tra i 4 e 10 anni, che richiede una spesa complessiva di 540.000 euro ( con gli stessi soldi era stato proposto un assegno mensile a 100 famiglie, in cambio di lavori di pubblica utilità).
- Il potenziamento dell’equipe distrettuale specialistica socio-psico-pedagogica e dello Sportello di accesso unico per la famiglia (con le relative figure professionali) con un costo di circa 810.000 euro;
- Assistenza domiciliare integrata per disabili e anziani (40 posti) per una spesa di 558.000 euro, per una spesa pro capite di più di 13.000 euro;
- Progetto “Città mia” per lavori di pubblica utilità (mantenimento del verde pubblico) per 24 soggetti, con una spesa di circa 670.000 euro, nell’area dipendenti e immigrati.
Al loro posto, il rappresentante della Diocesi ed alcune associazioni avevano proposto la creazione di centro diurni per giovani e un centro di prima accoglienza per coloro che non hanno fissa dimora, “che sono tanti”, come ha specificato Vittore Saladino, a differenza di quanto affermano i tecnici del Comune che sostengono che, a Marsala, non esistono persone senza fissa dimora.
Realtà che già si occupano del sociale, che hanno del personale già formato, che spesso operano gratis, sono fuori dal Piano di Zona. Quando invece loro, con molti meno soldi, potrebbero fortificare progetti già operativi.