A contestare il provvedimento della Giunta sono le più importanti associazioni del terzo settore marsalese: la Caritas Diocesana, gli Amici del Terzo Mondo, insieme all’Osservatorio sulla dispersione scolastica. Le tre organizzazioni hanno scritto una lettera aperta molto dura: “Si desidera pubblicamente esprimere il nostro dissenso al Piano di zona dei servizi sociali (triennalità 2010-2012), del Distretto socio-sanitario Marsala-Petrosino. Non sono state tenute infatti in alcuna considerazione le azioni sociali progettuali alternative e integrative proposte dalla comunità ecclesiale e da altri enti del volontariato e del Terzo settore. Non poss
iamo restare in silenzio: le persone con fragilità sociali ed economiche non possono rimanere sempre escluse dai “progetti” che devono servire gli interessi dei più bisognosi, delle fasce più deboli, dei disoccupati, degli ammalati e degli indigenti. E’ doveroso ricordare che i soldi pubblici (in questo caso quasi 3 milioni di euro) devono essere spesi con equilibrio e con la preoccupazione di andare incontro a più persone, per migliorare efficacemente la qualità di vita degli anziani, dei minori, dei disabili, dei giovani e dei più bisognosi in genere. Invitiamo quindi, in questo accorato appello, il Comitato dei Sindaci del Distretto socio-sanitario Marsala-Petrosino, le altre competenti Autorità a “modificare” il Piano di Zona che si valuta inadeguato ad affrontare i reali bisogni sociali dei Comuni di Marsala e Petrosino. Auspichiamo altresì che altre Associazioni ed Enti prendano anche loro posizione nei confronti di questo importante “strumento” di co-progettazione sociale.
Il Piano di Zona 2010/2012 approvato dal Comitato dei sindaci del Distretto sociosanitario n.52, presieduto da Renzo Carini è stato presentato giovedì scorso. Lo stesso sindaco di Marsala - assieme agli assessori Giuseppe Pizzo e Giuseppe Pipitone, al dottor Nunzio Ragona (Asl n.9), nonché dei dirigenti Aldo Scialabba e Rosa Adamo - ha coordinato i lavori della Conferenza di Servizio, alla quale erano presenti Operatori del volontariato, Enti del terzo settore, Forze sociali, Stampa, ecc. “Il nuovo Piano è frutto di un lavoro progettuale che ha coinvolto l’intero tessuto sociale del territorio, ha detto il sindaco Carini. Le problematiche legate al disagio della popolazione sono complesse; in tal senso - ha continuato il sindaco - anche nel triennio di riferimento le iniziative a beneficio delle comunità amministrate guardano prioritariamente ai bisogni della categorie sociali più deboli”. Sulla validità del Piano e degli interventi proposti, anche se non esaustivi, ha parlato l’assessore Pizzo; mentre il direttore sanitario Ragona ha sottolineato la novità dell’assistenza domiciliare integrata, rammaricandosi però circa l’impossibilità di attivare il taxi verde per gli ammalati gravi, e ciò per oggettivi problemi finanziari (ne ha fatto cenno il rag. Francesco Russo, contabile del Piano). E proprio con riguardo alle risorse impiegate nel sociale, il presidente del Comitato dei sindaci Renzo Carini precisa che “complessivamente, le azioni progettuali del Piano si traducono in quasi 3 milioni di euro di risorse assegnate dalle Regione. Tale finanziamento - conclude Carini - è da considerasi aggiuntivo dei fondi per il sociale già stanziati nei bilanci dai Comuni del Distretto: oltre 12 milioni di euro nel prossimo triennio”.
Ma già ella affollata riunione di via Falcone, ci sono stati molti dissensi al nuovo Piano di Zona. Secondo l’Ufficio Stampa del Comune di Marsala, che tende a minimizzare, si tratta di dissensi “sostanzialmente legati alla fase procedurale di elaborazione del progetto, nonché ad alcuni disagi del territorio che - è stato detto - non sarebbero stati compiutamente affrontati”. Ma in realtà, come testimonia l’intervento delle associazioni che abbiamo pubblicato, il disagio è ben più profondo e va nel merito: con questo piano di zona un sacco di cittadini bisognosi di aiuto vengono esclusi dai servizi del comune.
Da segnalare nel dibattito l’intervento di don Francesco Fiorino (il rappresentante della “Caritas diocesana” si era già espresso in tal senso con una lettera aperta), sia l’intervento della dirigente scolastica Maria Grazia Sessa (ha chiesto altresì un sistematico monitoraggio dei servizi e la conseguente comunicazione dei dati). Della necessità di scegliere un modello di indagine psicosociale del territorio, invece, ha parlato il professore Alfredo Anania; mentre mons. Giuseppe Ponte ha sottolineato la volontà di fondo di tutti a operare per il bene comune. Al termine della Conferenza è giunta al Comune, da parte del dottor Alessandro Cucchiara (facilitatore territoriale del Distretto designato dalla Regione, impossibilitato a partecipare ai lavori), la nota di apprezzamento per il nuovo Piano di Zona “sapientemente ed efficacemente elaborato in linea e nel rispetto dei tempi e dei criteri fissati dall’Assessorato regionale alla Famiglia”. La nota di Cucchiara si conclude riconoscendo come “l’azione del Distretto Marsala-Petrosino sia stata improntata a criteri di assoluta trasparenza ed imparzialità”. Il nuovo Piano di Zona - alla cui predisposizione hanno contribuito anche rappresentanti di Prefettura e Ministero della Giustizia - sarà ora trasmesso alla Regione per il parere di congruità: diventerà operativo a partire dal prossimo anno a seguito.
Ma durante la conferenza stampa si sono avute diverse contestazioni, a cui il sindaco, la dirigente Adamo e i suoi collaboratori hanno, ovviamente, cercato di rispondere, a spada tratta, per poter difende il piano di zona,
Contestazioni che hanno riguardato alcune azioni del Piano di Zona, in modo particolare l’azione progettuale che prevede il potenziamento dell’èquipe distrettuale specialistica socio-psico-pedagogica e del cosiddetto “Sportello di acceso unico per la famiglia” per una spesa di € 810.000,00.
Ma altre contestazioni hanno riguardato il finanziamento per il Centro socio-ricreativo per minori "La girandola" per 20 minori di età compresa tra i 4 e i 10 anni per una spesa di 540.000,00 euro. Non solo per la spesa ma anche per la fascia di età. A quest’età in genere non si dovrebbe già essere abbastanza impegnati a scuola??? Meglio dunque sarebbe stato finanziare un progetto per ragazzi 14-17; fascia d’età cui è più indispensabile e più urgente intervenire.
E ancora altre contestazioni sono avvenute in merito al progetto "Città mia" per 24 soggetti impiegati in servizi di pubblica utilità per una spesa triennale di 675.000,00.
Resta il sospetto, poi ,che parte dei soldi finanziati per i progetti non vanno a diretto beneficio dei più bisognosi, delle fasce più deboli, di chi ha realmente bisogno, ma che aveva avuto l’impressione che vadano a propinguare i conto correnti di alcuni professionisti”.
Eppure c’erano tante altre valide proposte da finanziare, alcune sicuramente meritavano maggiore riflessione: “taxi verde” (per aiutare le famiglie che sono costrette a spostarsi continuamente da Marsala per le cure oncologiche), l“Assegno civico sociale” (Si tratta di una particolare forma di assistenza economica (cinquecento euro al mese) che prevede lo svolgimento di attività socialmente utili per la cittadinanza in cambio di una erogazione economica), la creazione di un Centro diurno di aggregazione giovanile (con almeno 30 adolescenti tra i 14 e i 17 anni) nei quartieri popolari (Amabilina, Sappusi, zona via Istria) del territorio marsalese, un Centro distrettuale (con 8-10 posti per l’alloggio) di prima accoglienza per persone autoctone ed immigrate in gravi difficoltà socio-economiche ( Servizio che si occupa degli aspetti più propriamente legati alla sopravvivenza immediata: vitto, alloggio, pronto intervento sanitario ecc.).
Il Consigliere Provinciale Giovanna Benigno ha rilasciato la seguente dichiarazione in merito al Piano di Zona del Distretto Socio Sanitario Marsala Petrosino: “Condivido la opinione espressa pubblicamente dal rappresentante della Diocesi di Mazara Don Francesco Fiorino e dei rappresentanti delle associazioni di volontariato che hanno ritenuto inadeguata la proposta del piano di zona così come elaborata dai comuni di Marsala e Petrosino. Bisognerebbe tenere maggiormente conto delle proposte di chi conosce le reali esigenze sociali del territorio prima di assumere decisioni, soprattutto, quando si parla di interventi particolarmente delicati che si rivolgono a cittadini spesso in stato di bisogno. Sicuramente non si è tenuto conto della esperienza e dei risultati conseguiti dai numerosi volontari altamente specializzati che, a vario titolo, operano all’interno della nostra Diocesi, rappresentando una grande risorsa che le istituzioni dovrebbero tenere presente ogni qual volta si debbano programmare iniziative nel settore sociale spesso sconosciuto da molti amministratori che pensano più con la logica della clientela. Mi farò subito promotrice nei confronti dell’amministrazione provinciale per trovare un’immediata soluzione per la creazione di un centro di prima accoglienza per chi è senza fissa dimora, magari utilizzando i locali dell’ex Colonia Sutana di Marsala”.