Il pm della Dda Sara Micucci aveva chiesto 7 anni per Licari e 9 per Parrinello. A coordinare le indagini era stato il pm della Dda Roberto Piscitello, attualmente capo di gabinetto vicario del ministro della Giustizia. Il 19 settembre scorso lo stesso tribunale di Marsala aveva condannato Carlo Licari a 5 anni e 2 mesi di carcere per favoreggiamento aggravato di soggetti appartenenti a Cosa nostra, e in particolare per avere agevolato la latitanza dei capimafia Natale Bonafede e Andrea Mangiaracina.
Licari fu arrestato nel Dicembre 2007 , su richiesta della Dda di Palermo, insieme a Michele e Giuseppe Parrinello. Ma Licari era già in carcere per favoreggiamento. Nella stessa operazione finirono in manette anche Francesco Capizzo, mentre per il commerciante Giuseppe Casano furono disposti gli arresti domiciliari. Per i quattro, accuse di vario titolo: estorsione, attentati incendiari e intimidazioni, favoreggiamento della latitanza mafiosa.
Il sodalizio mafioso aveva preso di mira soprattutto i commercianti della centrale piazza della Vittoria, dove insiste il bar “Moderno” di Carlo Nicola Licari, detto Cola. Inoltre, erano frequenti i “regolamenti di conti”. Licari e Michele Parrinello sarebbero i responsabili dell’estorsione e del danneggiamento contro Filippo Alagna e Michele Lombardo, gestori del locale “Morsi e Sorsi” in via Diaz.
Vittima “eccellente” delle prepotenze anche l’avvocato Stefano Pellegrino, presidente della Camera Penale di Marsala e che ai tempi ricopriva la carica di esperto giuridico del sindaco Renzo Carini. All’avvocato diedero fuoco all’abitazione. Ad appiccare l’incendio – secondo gli inquirenti – sono stati Michele Parrinello e Francesco Capizzo. Il giorno dopo, un altro avvertimento, ben più macabro. La porta dell’ufficio legale del professionista fu cosparsa di sangue e viscere di animali. La ragione dell’accanimento: i “padroncini” di Marsala non avrebbero gradito gli eventi organizzati dal Comune nell’ambito dell’ “Estate marsalese”.