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09/08/2009 08:15:00

Pescherecci. Ora la Libia alza la voce


"Sequestro delle quantità di pesce a bordo", "sequestro di tutte le attrazzature di pesca", "pagamento di sanzioni pecuniaria che potrebbero raggiungere il valore dello stesso peschereccio", sono le misure previste.

Nel comunicato dell'Ambasciata, diffuso attraverso l'agenzia Jana, Tripoli rende noto agli "operatori italiani del settore e delle relative associazioni di categoria l'evidente carattere eccezionale delle procedure umanitaristiche" con cui la Libia "ha gestito la questione negli anni passati". Ed enumera le sanzioni che saranno comminate "alle imbarcazioni che saranno in futuro colte ad esercitare attività di pesca all'interno delle acque sotto la sovranità libica in violazione delle norme vigenti in Libia".

Nel documento si sottolinea che le "eccellenti relazioni" tra Italia e Libia, rafforzate dal Trattato di amicizia, Partenariato e Cooperazione firmato il 30 agosto 2008, "hanno fino a questo momento indotto le Autorità competenti della Gran Giamahiria a gestire le violazioni relative all'esercizio delle attività di pesca da parte di battelli italiani colti nelle acque sotto la sovranità libica".

L'ultimo caso, ricorda il comunicato, è quello dei due motopescherecci "Monastir" e "Tulipano", fermati il 22 luglio e rilasciati il 4 agosto.

Il documento fa riferimento alla "storica" visita in Italia del leader libico Muammar Gheddafi, nel corso della quale è stato firmato un Memorandum d'intesa sulla Cooperazione nel settore delle Risorse marine che ha stabilito i "termini generali" della collaborazione bilaterale e ha previsto l'elaborazione di specifiche intese sull'esercizio delle attività economiche, incluse le relative procedure di autorizzazione e sui siti ove esercitare le attività previste"