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18/09/2009 04:11:41

Ecco come funziona il canile comunale di Marsala


Il canile si divide in due sezioni: canile rifugio, formato da 12 recinti, ognuno dei quali può contenere fino a 5/6 cani di piccole e medie dimensioni, più 2 box accoglienza per ospitare i cani in attesa delle opportune cure per poi essere trasferiti nei recinti con altri cani; canile sanitario, composto da 40 box singoli. In tutto può ospitare circa 100 cani, ma attualmente il numero degli animali è superiore al limite stabilito. Per quanto riguarda il personale sanitario è presente un solo veterinario commissionato dall’ASL, il dott. Mariano Baiata, operativo quattro giorni su sette per due ore al giorno (11:00-13:00) nelle quali si occupa della vaccinazione, della sterilizzazione e dell’anagrafe. Sarebbe, invece, opportuna la presenza a tempo pieno di un altro veterinario alle dipendenze del Comune che si occupi di interventi di altra natura che attualmente vengono fatti presso veterinari privati con parcella a cottimo.

Col sistema attuale si rischia l’impossibilità di effettuare le operazioni sanitarie, come è già avvenuto in passato, nel caso in cui non ci siano fondi disponibili per poter pagare la parcella al veterinario privato.


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Ci sarebbero inoltre da chiarire alcune possibili irregolarità da parte del canile di Marsala in quanto nelle scorse settimane ha trasferito circa 200 cani a Caltanissetta, affidandoli alla ditta “Ri.Ca.Ra”, e successivamente trasportati in provincia di Crotone presso la “Mister Dog S.r.l.”. La LAV ha denunciato l’accaduto come una “deportazione” illegittima perché va contro la legge regionale 15/2000, il Decreto dell’Assessore Regionale della Sanità n.2825 del 13.12.2007 e all’Ordinanza del Sottosegretario di Stato alla Salute on. Martini del 16.07.2009 che, tra l’altro, impone ai Comuni di affidare la custodia dei propri randagi alle strutture più vicine al luogo di rinvenimento dei cani. Ordinanza non ancora tramutata in legge e che il comune ha potuto aggirare.


Ma sulla struttura privata “Mister Dog”, lamentano i volontari dell’O.I.P.A., non sono stati fatti i controlli necessari per verificare l’effettiva efficienza del servizio igienico-sanitario.
Intanto nei giorni scorsi si sono verificati alcuni tentativi di aggressione da parte di alcuni cani randagi. Un operaio 37enne rientrando a casa di notte, nel quartiere Sappusi, s’è visto circondato da un branco di cani. L’uomo ha evitato l’aggressione rimanendo in macchina per circa mezzora. Un altro episodio s’è verificato sul Lungomare Boeo dove una giovane coppia in sella alla propria moto è stata inseguita da un gruppo di randagi, fintantoché la ragazza è caduta sull’asfalto. Questa è stata immediatamente soccorsa dal ragazzo che, con l’aiuto di alcuni automobilisti di passaggio, ha cacciato i cani. Un terzo caso è avvenuto in via Mazara dove un ciclista 82enne è stato attaccato da alcuni randagi riportando delle escoriazioni alle braccia. L’uomo stesso è riuscito ad allontanare i cani una volta rialzatosi.
La causa di questi episodi è sicuramente il numero dei randagi aumentato in seguito al crescente abbandono dei cuccioli, problema per il quale sono sempre massicci gli sforzi dell’OIPA coordinati da Milena Urso.




Francesco Appari