Lo fanno chiedendo soprattutto quale sia la reale intenzione dell’Amministrazione Provinciale circa la sistemazione definitiva della colmata di Marsala e, in particolare, quali siano i termini del progetto definitivo della stessa con particolare riguardo agli studi effettuati ed alle scelte operate per la realizzazione del progetto, ai costi di realizzazione, alla tempistica ed all’eventuale coinvolgimento dell’amministrazione del comune di Marsala
. Già nel mese di agosto i due consiglieri hanno espresso la propria perplessità sul provvedimento preso dalla giunta Turano che prevedeva l’impiego di 125.000 € per la movimentazione e lo spianamento dei materiali presenti, la stesura di uno strato di misto granulometrico (per rendere più omogenea e resistente la pavimentazione), la collocazione di guard rail e lo spostamento della recinzione. I due consiglieri dissentirono, non tanto per il lavoro di manutenzione straordinaria in sé, ma per ciò che essa veniva a significare: “con pochi soldi si toglieranno le erbacce e si spianerà la zona, ma soprattutto laverà le coscienze di coloro che per anni hanno speculato su tale vicenda”.
La storia del degrado di quel tratto di costa va ormai avanti da più di 15 anni, da quando cioè sono state installate delle barriere frangiflutti creando una piccola laguna artificiale, ma che col passare del tempo hanno causato la putrefazione dell’acqua all’interno della piccola laguna rendendo l’ambiente puzzolente e insopportabile anche per coloro che solo transitavano in macchina per la strada costiera.
Nel 2005 l’Amministrazione provinciale, con l’On. Giulia Adamo alla presidenza, ha pensato di bonificare e sistemare l’area coprendo la laguna maleodorante di fanghi dando così vita alla famosa “colmata di Casabianca” per recuperare la costa. Ma su questi fanghi, arrivati nel 2006 direttamente dagli scavi fatti nel porto di Trapani in occasione dell’America’s Cup, è caduto nel frattempo il sospetto di tossicità . Per tale ragione nel novembre del 2007 l’opera è stata bloccata dall’Autorità Giudiziaria e nell’ottobre 2008 sono partiti i lavori per la caratterizzazione dei fanghi della colmata da parte dell’ ATI (Associazione Temporanea tra Imprese) Chimica Applicata depurazione acque S.N.C. che si è occupata dell’analisi geognostiche dei fanghi in questione, accertandone finalmente a inizio 2009 la non tossicità .
I lavori possono riprendere? No, le polemiche e i dibattiti politici sono ancora “pochi”. La diatriba si ha nel marzo 2009 al momento della comunicazione della non tossicità dei fanghi della colmata, in tale occasione il sindaco di Marsala Carini ha assicurato la conformità dei fanghi dicendo che “vi si può coltivare pure il basilico”. Adamo premeva affinché riprendessero al più presto i lavori. Una frenata gliela dava però l’Assessore provinciale Lauria dichiarando che la Provincia non poteva più continuare i lavori perché la ditta che li aveva appaltati vi aveva rinunciato (data la lunga sospensione che c’era stata) con tanto di lettera firmata maggio 2008. Ma Adamo e Carini in conferenza esponevano un’altra lettera della stessa ditta, datata gennaio 2009, che difatti rinunciava alla revoca... ma quest’ultima lettera non è mai arrivata alla Provincia. Un altro motivo di ostacolo da parte dell’Amministrazione provinciale cade poi sul tema denaro, infatti secondo l’assessore Lauria il progetto così come era stato concepito inizialmente è troppo oneroso per la Provincia che ha già sborsato 527.000 € e ha acceso un mutuo di 2.000.000 di euro per la realizzazione dell’opera. E non è tutto, era stata anche sollevata la questione di presunti “interessi personali” dell’On. Adamo sul completamento del progetto della colmata. A sollevare la questione è stato l’ex assessore provinciale Pipitone evidenziando che la famiglia Adamo è proprietaria di molti terreni vicini all’area della colmata. Terreni che in caso di completamento dei lavori, e quindi dell’avanzamento della costa e del limite di inedificabilità , potrebbero essere oggetti di speculazione edilizia. L’On. Adamo in tal senso ha respinto la supposizione dicendo che i terreni finiscono a 400 metri dall’area in questione e in suo soccorso era arrivato anche il sindaco Carini affermando che eventualmente il limite non cambierà , ma la decisione in questo caso compete alla Regione.
Intanto nel mese di maggio la giunta Turano ha “trovato” circa 30 milioni di euro come “tesoretto” rimasto inutilizzato nelle casse della Provincia per circa 20 anni, e lo stesso presidente non ha escluso che parte di questi soldi, oltre che per la costruzione del nuovo Commerciale, potrebbero essere spesi per il completamento della colmata che nel frattempo è stata inserita tra le opere cantierabili per il triennio 2009/2011. Nel mese di agosto sono sì stati stanziati una parte di essi per i lavori nella colmata, ma solo una piccola parte. 125.000 € per un semplice spianamento dell’area quando invece esiste un progetto definitivo della colmata di 3 milioni di euro. L’interrogazione presentata in giunta dai consiglieri Alagna e Passalacqua è quindi anche un invito a una maggiore chiarezza sul da farsi all’Amministrazione Provinciale.
C’è da dire che il progetto della colmata prevedeva un parco che doveva essere il polmone verde della città e il fiore all’occhiello per la costa marsalese, la quale da decenni è vittima della speculazione e dell’abusivismo edilizio. La preoccupazione per i cittadini marsalesi è che, a poche settimane dall’apertura del nuovo ospedale di Cardilla (l’incompiuta madre del nostro territorio), si stia assistendo all’evolversi di un altro processo, fatto di continue polemiche e contrasti politici, che ha già dato vita all’opera incompiuta ma che rischia anch’essa di rimanere tale per decenni.
Francesco Appari