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04/10/2009 14:30:24

Il Festival Internazionale del Cinema Religioso omaggia Pasolini


Al Cine Teatro Nuovo di via Chinnici  è stato proiettato «Il Vangelo secondo Matteo». Prima del film una introduzione di Padre Virgilio Fantuzzi, critico cinematografico e amico personale di Pasolini.

«Pier Paolo Pasolini e Carmelo Bene – spiega Vittorio Sgarbi – sono un po’ come i protettori di questo festival, perchĂ© nell’idea che ci ha ispirato riconosciamo molte provocazioni e veritĂ  raccontate e dette da questi due grandi artisti».

Nella sala di proiezione ai lati del palcoscenico campeggiano due «mummie», appunto quelle di Carmelo Bene e Pier Paolo Pasolini, realizzate dall’artista siciliano Cesare Inzerillo. Di Bene, durante al serata inaugurale del festival, è stato riascoltato il celebre «Monologo sui cretini».

Intanto da stasera e fino alla fine del festival, prima di ogni proiezione sarĂ  osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime del nubifragio di Messina.
«Vogliamo così richianare l’attenzione – dice Vittorio Sgarbi - sulla necessitĂ  di salvaguardare il territorio dalle speculazioni che sono spesso la causa dei dissesti»

Domani, nell’ambito delle iniziative didattiche programmate dal festival diretto da Nicolas Ballario, alle 11,00 vi sarĂ  la proiezione di «Nazarin» di Luis Bunuel riservata agli studenti dei licei; il film sarĂ  introdotto da Padre Eugenio Fantuzzi.
Alle 16,30 l’anteprima del film «Matteo Ricci, un gesuita nel regno del drago» di Gjon Kolndrekaj; sarĂ  presente il regista.

Intanto nella Chiesa di San Giuseppe, nel centro storico, si è inaugurata una personale dell’artista Lucia Stefanetti. Una mostra legata al festival. Il perchĂ© lo spiega Sgarbi così:

«Lucia Stefanetti ha le visioni. E le dipinge. Così, apparsa a me che ne scrivo ad Accadia in Puglia, mi è sembrato che fosse opportuno mostrarne gli esiti durante il “Festival del Cinema Religioso”, denominato appunto “Visioni”, nella chiesa rinnovata di San Giuseppe. Lì, dove gli altari hanno perduto le pale e le testimonianze del sacro, si ritroveranno immagini legate alla sensibilitĂ  religiosa e alla fede di Lucia Stefanetti. La quale ha scelto, via via, di ridurre il colore per rappresentare una dimensione in bianco e nero, che è come quella di una realtĂ  diversa, meta fisica, senza perdere i rapporti con una realtĂ  sensuale e carica di desiderio e di istinto. In tal senso, il suo riferimento automatico è alle visioni di Gian Lorenzo Bernini, nella Santa Teresa e nella Beata Ludovica Albertoni. Nessuna derivazione consapevole e diretta, ma un analogo atteggiamento mentale.
Così come ogni artista rappresenta le sue visioni, la Stefanetti ci mostra vere e proprie Apparizioni. Davanti a noi appaiono le immagini della sua interioritĂ  febbrile. E nella chiesa di San Giuseppe esse appaiono a noi come possibili simulacri di una fede difficile»