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09/10/2009 08:02:15

"Lo Stato trattò con la mafia"



C’era molta attesa per questo Annozero dedicata al rapporto tra mafia e istituzioni. Ospite in studio anche Massimo Ciancimino, il minore dei cinque figli di Vito, il sindaco del sacco di Palermo definito da Buscetta organico alla cosca dei corleonesi. Ciancimino jr, già condannato in primo grado per riciclaggio, è anche teste d’accusa in inchieste delicatissime condotte dai magistrati di Palermo e Caltanissetta per la storia del «papello», il documento che proverebbe trattative fra mafia e politica nel ‘92, a cavallo tra le stragi di Falcone e Borsellino.

Intervistato l’allora Guardasigilli Claudio Martelli conferma che trattativa ci fu. Racconta che Liliana Ferraro, direttore degli Affari penali del ministero e prima collaboratrice di Falcone, gli aveva comunicato di aver ricevuto una visita dell’allora capitano De Donno, che l’aveva informata che Ciancimino voleva collaborare ma chiedeva in cambio garanzie e coperture politiche. E lei lo aveva fatto sapere anche a Borsellino. Agnese Borsellino, dopo 17 anni, rompe il silenzio e si appella ai pentiti: «Chiedo in ginocchio di far luce sui mandanti della strage annunziata».

C’era attesa ma soprattutto preoccupazione in Rai e nei palazzi, tanto che in giornata si era sparsa voce di telefonate dei collaboratori del premier al dg Masi, e uno degli esiti è forse la sostituzione come ospite dell’ex ministro Castelli con Ghedini, visto che si parlava anche del lodo Alfano. La prima puntata di Annozero con la escort D’Addario aveva fatto inviperire Berlusconi e indotto il ministro Scajola a convocare i vertici Rai e ad aprire un’istruttoria per verificare il rispetto del contratto di servizio. Una doppia iniziativa che ha allarmato l’opposizione, che ha parlato di «invasione di campo senza precedenti su competenze che sono del Parlamento e dell’Agcom. Ieri l’incontro di Scajola con Masi e il presidente Garimberti, «per acquisire informazioni sulla programmazione, in particolare sulle trasmissioni giornalistiche di approfondimento».

Il governo avrebbe intenzione di utilizzare il rinnovo del contratto fra Rai e Stato per ritagliarsi un ruolo di controllo più stringente e formale, ma Garimberti mette le mani avanti e ribadisce che, «nel rispetto delle normative vigenti la Rai resta un’azienda autonoma dal punto di vista editoriale e organizzativo». E l’Usigrai avvisa: «No alla sudditanza al governo su singole trasmissioni, o sarà sciopero». Contratto di servizio, Annozero ma anche Tg1, diventato un «caso» dopo l’editoriale del direttore Minzolini. Il cda si è diviso, la maggioranza schierata col dg a difesa di Minzolini e del suo Tg, che i colleghi di opposizione considerano «ormai trasformato da tg istituzionale in organo filogovernativo». Il cda sentirà giovedì Minzolini e Mazza, direttore di RaiUno, poi toccherà al vicedirettore Leone che segue per la Rai il rinnovo del contratto di servizio.