Si allega un articolo relativo a Rachid Berradi pubblicato sulla Gazzetta dello Sport il 16 febbraio 1999:
"Io, Rachid Berradi italiano fortunato"
Il siciliano nato in Marocco si racconta: "Mi sconvolge che il nero
della mia pelle faccia cambiare l' atteggiamento della gente. Sono
musulmano, parlo l'arabo, ma questo Paese mi ha dato tanto. Un
sogno? Un giorno con l' Inter"
ATLETICA / Tricolore di cross "Io, Rachid Berradi italiano fortunato" Il siciliano nato in Marocco si racconta: "Mi sconvolge che il nero della mia pelle faccia cambiare l' atteggiamento della gente. Sono musulmano, parlo l' arabo, ma questo Paese mi ha dato tanto. Un sogno? Un giorno con l' Inter" "Mi chiamo Rachid Berradi e domenica ho vinto il campionato italiano di corsa campestre. Sono nato in Marocco e a 10 anni mi sono trasferito a Palermo. Nel ' 96 ho chiesto la cittadinanza italiana, ma l' avrei fatto pure senz' atletica: ci sono molte ragioni, se per esempio vivi in un posto vuoi votare alle elezioni. Per mio fratello Reda e' identico: lui studia Lingue e scrive per il Giornale di Sicilia. Ma tutti ci sentiamo italiani, italiani che non rinnegano niente: Nabib ha 8 anni e imparera' l' arabo anche se e' nato a Palermo. Poi c' e' Isham: ha 18 anni, lui corre come me. "Sono un ragazzo fortunato, mio padre lavorava in un vivaio di fiori, parti' un anno prima di noi. Ce l' ha messa tutta per non farci smettere di studiare dopo la scuola media. All' inizio e' stato difficile. Ero bambino, pensavo di non farcela, andavo a comprare il pane e non sapevo neanche una parola. Mi ha aiutato la professoressa di francese, la signora Silvestri, che mi faceva il doposcuola gratis. Quanto all' atletica l' ho cominciata per scherzo: c' era una selezione di Giochi della Gioventu' e il professor Pecora, il mio primo allenatore, pesco' soprattutto tra quelli che gia' giocavano a calcio. Io non c' ero, pero' quel giorno era in programma un' interrogazione di italiano: "Mi deve convocare per forza", gli dissi. Vinsi. Avevo 15 anni. "Ho conosciuto persone che non hanno avuto la mia stessa fortuna. Certe volte leggo il giornale e resto a bocca aperta. Mi sconvolge il fatto che il colore della mia pelle, il nero, faccia cambiare l' atteggiamento di una persona sulla strada. Se hai paura di uno diverso da te, di uno straniero, perche' devi essere piu' diffidente con me che con uno svedese? A volte, quando viaggio coi miei compagni e ci capita di parlare in siciliano, qualcuno si mette le mani sul portafogli: mi verrebbe voglia di intervenire, mi trattengo. A Palermo no, la gente e' aperta, non mi sono mai sentito a disagio. E poi l' atletica e' un posto lontano dal razzismo. "Quando vedo uno che e' nato nella mia stessa terra che sta ai lati della strada, per esempio a fare il lavavetri, provo un senso di ingiustizia. Pero' anche di rispetto. Chi ruba, chi spaccia, questa e' la gente che deve pagare. Non solo per se' , ma anche per la gente che lavora onestamente, che si fa in quattro per mandare i figli a scuola come ha fatto mio padre. Vorrei una legge aperta, poi chi sbaglia paga, sia italiano o marocchino, bianco o nero. "L' angolo che mi piace di piu' di Palermo e' il mare di Mondello, ma l' emozione piu' grande l' ho provata a Monreale: io, musulmano, davanti al Duomo. Si' perche' io sono musulmano praticante. No, con mia moglie non ho avuto problemi. Io non mangio carne di maiale, lei e' vegetariana... Si' , qualche problemino quando nascera' tra poco il nostro primo figlio forse ci sara' . O forse no, perche' con me non ci sono problemi: diventera' musulmano come me, ma a 18 anni magari sara' ebreo o buddista. "Ho provato molta soddisfazione a girare uno spot per il Comune di Palermo, una pubblicita' della citta' che e' gia' stata trasmessa dalle reti Rai e lo sara' prossimamente su quella Mediaset. Ma l' atletica non c' entra niente: non mi hanno scelto perche' sono un atleta; ho fatto un concorso, ne hanno scelti 18 su 360: preso! In scena ho fatto il panettiere: e' stato simpatico. "Mi sento piu' italiano che marocchino. Questo Paese mi ha dato tanto, sento che devo ripagarlo. Ma in Marocco non sono straniero, tutt' altro: nessuno mi ha mai dato del "traditore". Corro qualche volta con Hissou, El Guerrouj mi ha invitato pure a casa sua. Quello che mi dispiace e' che sto perdendo un po' di abitudine a leggere l' arabo. Mi piace leggere, leggo spesso Luciano De Crescenzo per esempio. La musica? Tra gli arabi il mio preferito e' Cheb Khaled, il cantante del "rai' ". Poi conosco tutte le canzoni di Edoardo Bennato: no, non solo le canzoni nuove, anche quelle vecchie. Per esempio "L' isola che non c' e' ": io forse l' isola che non c' e' l' ho trovata, in Sicilia. "Faccio l' atleta, sarebbe bello correre la maratona a Sydney. E poi c' e' un altro sogno: andare a pranzo con la squadra dell' Inter. Li ho incrociati una volta in aeroporto, al ritorno del Campaccio, ho tutti i loro autografi. So che per passare un giorno con loro dovro' fare qualcosa di importante. Ma se la fortuna mi segue...". Valerio Piccioni ----------------------------------------------------------------- Sposato con Carmen a maggio sara' papa' Rachid Berradi e' nato il 29 agosto ' 75 a Meknes (Mar). Nel ' 97 e' diventato cittadino italiano dopo il matrimonio con Carmen, tennista, molisana di Boiano, che alla fine di maggio gli dara' un figlio. + iscritto alla facolta' di Agraria dell' universita' di Palermo. Gareggia per la Cover Valli Ossolane. Quello di domenica e' il suo secondo titolo tricolore dopo quello dei 10.000 ' 97. Quest' anno punta ai Mondiali di Siviglia (personale di 28' 20"74); poi potrebbe decidere col suo tecnico Gaspare Polizzi (lo stesso di Toto' Antibo) il salto verso la maratona. Prima pero' c' e' il Mondiale di cross di Belfast di fine marzo: lo preparera' in Marocco, dove andra' la prossima settimana dopo aver corso domenica il cross Iaaf di Chiba (Giap).