La città riannoda così il legame con l’Iran avviato lo scorso novembre quando, per denunciare la violazione dei diritti umani da parte delle autorità di Governo, il Comune, nell’ambito di una cerimonia svoltasi peraltro alla presenza di rappresentanti della comunità ebraica italiana e di numerosi iraniani residenti in Italia, ha dedicato una via agli studenti di Teheran. Iniziativa poco gradita al Governo iraniano che ha convocato il nostro ambasciatore a Teheran per una formale protesta.
L’ampia risonanza che «l’omaggio» alla rivolta degli studenti ha riscosso soprattutto all’estero, trova ora naturale seguito in «Salaam Iran», due giorni di esplorazioni, avvistamenti e confronti con la millenaria cultura persiana.
Seguendo il filo rosso del cinema, ma anche quello dei più diversi linguaggi quali la poesia, le arti visive, la musica e la danza, la cucina, la politica e la religione, il progetto si propone di offrire un’occasione per percepire più da vicino l’Iran come popolo e come paese.
In relazione alla situazione socio-politica di un paese dove il 70% della popolazione ha meno di trent’anni, particolare attenzione sarà riservata al tema dei diritti umani e il ruolo essenziale dei mezzi di comunicazione globale, quali nuove tecnologie e social network, principali veicoli del movimento.
La tre giorni di incontri/scontri sulla cultura persiana a Salemi comprenderà anche un seminario sul cinema iraniano, condotto da Babak Karimi, cineasta, e Andrea Rabbito, docente di cinema presso l'Università Kore di Enna.
Inoltre, tra gli ospiti della due giorni salemitana: Vittorio Sgarbi, Andrea Pezzi, il giornalista Ahmad Rafat, Amir Seradji, presidente dell'Associazione Giovani Iraniani di Milano, il danzatore Mattia Doto, l'attrice Sandra Ceccarelli, la pittrice Lucia Stefanetti.
Gli incontri-scontri di «Salaam Iran» si svolgeranno al Castello Normanno-Svevo e in altre sedi storiche della città .
«Questo festival dedicato alla cultura iraniana – spiega Vittorio Sgarbi - iraniano documenta la vivacità della proposta culturale della città di Salemi dopo l’acquisizione del “Fondo Kim” che ha stimolato una attenzione ai luoghi “caldi” della produzione cinematografica, dove la ragione espressiva sia legata ad una necessità storica. In questo caso le vicende recenti in Iran hanno evidentemente determinato una reazione di resistenza che non poteva essere ignorata da una città che intende essere riferimento per la tolleranza e la libertà .
Dopo la dedica della strada agli studenti di Teheran che ha determinato la reazione indispettita del Governo iraniano – aggiunge Sgarbi - questo festival, che non ha intenzioni provocatorie, intende continuare ad indicare e garantire il primato della libertà di espressione, anche a rischio di determinare dispareri e reazioni del governo iraniano, le quali sono ingiustificabili ma non imprevedibili, e non possono essere la ragione per non consentire la conoscenza di una realtà drammatica e senza garanzie per i cittadini.
Nulla più del cinema e dell’arte – conclude Vittorio Sgarbi - consentono una conoscenza emblematica e anche realistica della situazione»