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24/02/2010 10:29:43

Trovato il paracadute di Melania La Mantia

Poco dopo le 13 sembrava che fosse stato rinvenuto il paracadute della giovane soldatessa, ma si è trattata di una notizia successivamente non confermata. A quanto pare il sommozzatore avrebbe scambiato un cavo per uno ancoraggi del paracadute.

 

Continuano così le ricerche dei Vigili del Fuoco, in particolar nel bacino della Ca' Bianca. I Vigili del Fuoco di Ravenna, con la collaborazione dei colleghi di Bologna, Firenze e Forlì-Cesena, stanno passando al setaccio i due bacini della Ca'Bianca e di Fosso Ghiaia: nel primo sono in azione cinque mezzi nautici, nel secondo, invece, due.

 

Martedì sera, intorno alle 18, era stata recuperata una maglia verde. Ma secondo le ultime risultanze non apparterebbe alla ventidueenne. Contemporaneamente Polizia, Carabinieri, Corpo Forestale e Protezione Civile, anche a cavallo, hanno continuato nelle ricerche via terra: sono circa mille gli ettari setacciati. Da sabato, quando è stato lanciato l'allarme, sono stati impiegati circa 280 uomini tra appartenenti alle forze dell'ordine e volontari.


Sono ormai poche le speranza di trovare in vita Melania La Mantia, la soldatessa di Trapani, 22 anni, dispersa da sabato pomeriggio dopo un lancio in paracadute da un volo decollato dall'aeroporto La Spreta. Ad ostacolare le ricerche anche il maltempo, con pioggia insistente. I nuclei sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Ravenna e Firenze hanno scandagliato lunedì altri specchi d'acqua, ma ad ostacolare le operazioni anche il fondale irregolare e le scarse condizioni di visibilità. Martedì si sono aggiunti i colleghi di Milano, dotati di un dispositivo molto particolare che collegata ad un robot dovrebbe consentire di esplorare meglio il fondo del bacino.

 

Dagli amministratori di Troviamo Melania, il gruppo costituito su Facebook, che ha registrato in poche ore oltre duemila adesioni, è stato lanciato ieri un appello a pregare. Le ricerche proseguono intanto senza sosta ma della giovane soldatessa, che ha commosso l'Italia, non c'è ancora nessuna traccia.

Tra i cinque paracadutisti che sabato pomeriggio si sono lanciati insieme a Melania Giovanna La Mantia, 22enne di Trapani dispersa nelle campagne a sud di Ravenna proprio dal momento in cui si è buttata dall'aereo decollato dall'aeroporto La Spreta, c'era anche un istruttore di paracadutismo. Che, nonostante l'esperienza, secondo quanto trapelato sarebbe atterrato lontano dal centro della pista, nelle immediate vicinanze della recinzione in direzione sud-est. La stessa direzione verso cui, in base alle immagini di un video amatoriale girato da terra, sarebbe scesa la ragazza.

Problemi per quattro. Ad avere qualche difficoltà quindi non è stata solo la siciliana, al primo lancio per conseguire il brevetto civile di quello che viene chiamato lancio assistito, ma anche una persona scafata. Non solo: degli altri quattro scesi da quell'aereo, inesperti, altri due sarebbero planati oltre o a ridosso della rete che delimita il campo di atterraggio. Sarebbero quindi quattro su sei, tra i quali un istruttore, i paracadutisti che avrebbero avuto difficoltà nel lancio.

Campo esteso. La scelta della superficie ravennate per i lanci di abilitazione del gruppo proveniente dalla Sicilia sarebbe avvenuta sulla base di una valutazione legata all'estensione del campo di atterraggio, uno tra i più grandi in Italia e quindi maggiormente adatto a un gruppo di principianti.

Lago sfiorato. Una ragazza appartenente ai cinque, intervistata da un quotidiano siciliano, avrebbe raccontato di aver vissuto attimi di vera paura nei secondi di discesa: una folata di vento l'avrebbe spinta verso i bacini artificiali della cava Ca' Bianca e solo le istruzioni urlate dall'istruttore in fase di atterraggio le avrebbero permesso di evitare la caduta in acqua. Ipotesi che pare sempre più plausibile per spiegare la scomparsa di Melania. Da quattro giorni infatti, mentre a terra forze dell'ordine e volontari battono le campagne, i sommozzatori dei vigili del fuoco setacciano il fondale dei due invasi.

Caporale dell'esercito. La 22enne trapanese è caporale in forza al 46esimo reggimento Trasmissioni di Stanza a Palermo. E all'esercito appartengono anche gli altri cinque. L'appartenza all'esercito è comunque una circostanza che non ha legami con il lancio: si tratta infatti, come già detto, di un brevetto civile anche se il particolare tipo di lancio si svolge con modalità e attrezzature simili a quelle militari.