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25/02/2010 05:53:12

Tra dubbi e smentite continua la ricerca di La Mantia

La notizia è stata però smentita. Intanto l'Associazione nazionale paracadutisti d'Italia ha annunciato di avere nominato una commissione d'inchiesta per accertare le cause dell'incidente.L'attività didattica del centro di Modena, a cui fa riferimento la sede operativa di Ravenna, è stata sospesa per consentire al personale di collaborare con la commissione.

Sul tragico episodio di cronaca di Melania La Mantia, che risulta dispersa da sabato vicino Ravenna dopo un lancio con il paracadute, abbiamo ricevuto questo contributo da  Luca Rosetti, di Punta Marina Terme, ex paracadutista militare:

Sono un ex paracadutista militare. Se gli organi di stampa hanno riportato i dati esatti, la povera Melania si è lanciata da 4/500 metri di altezza, con un paracadute che ha una velocità media di discesa di circa 5 metri al secondo. Quando ero in servizio nella Folgore, i lanci venivano effettuati con una velocità massima del vento di 5 m/sec per motivi di sicurezza (verificati da una squadra di "metereologi" sulla zona di lancio, in costante contatto radio con i velivoli), per non essere trasportati verso ostacoli (strade, alberi, specchi d'acqua , ecc, presenti nelle vicinanze delle zone di lancio) perché di fatto questo tipo di paracadute consente di effettuare spostamenti in ogni direzione di solo 2 m/sec, mentre le cosiddette "ali" usate da coloro che fanno caduta libera, spingono oltre i 10 m/sec. Per questo, per conoscere l'area esatta dove può essere atterrata la ragazza, è di fondamentale importanza conoscere dove si trovava esattamente l'aereo al momento del lancio. Con questo dato, unitamente ai parametri sopra illustrati è possibile disegnare un cerchio "esatto" dove estendere la ricerche. Ad esempio, se la velocità del vento in quel momento era di 5m/sec (vel. massima consentita per il lancio), considerata un'altezza di 400 metri e una velocità di discesa di 5m/sec, il tempo di arrivo a terra è di 80 sec, moltiplicato per la velocità del vento, vediamo che l'area di ricerca è da estendere ad un cerchio del raggio di 400/500 metri. Se al momento del lancio si è alzato all'improvviso un vento di 10m/sec allora il cerchio avrebbe un raggio di 800/1000 metri. Purtroppo il profondo specchio d'acqua della cava, dista circa 400 metri dalla pista dell'aeroporto (dati visualizzati con Google Earth) e secondo il sottoscritto, nel caso di lanci vincolati, di condizioni meteo variabili, o di venti provenienti dai quadranti nord, (come sembra essere accaduto il giorno dell'incidente) questo tipo di attività andrebbe sospesa, proprio per la pericolosità derivata dal profondo lago artificiale. Non essendo in presenza di "operazioni di guerra", il rispetto dei parametri di sicurezza per dare l'ok a questo tipo di lanci, a maggior ragione quando ci si trova di fronte a persone alla prima esperienza o con pochi voli all'attivo, devono rispondere alla massima sicurezza. Il destino di questi paracadutisti è nelle mani del pilota, del direttore di lancio e del personale a terra, perchè a condizioni meteo regolari alla partenza dell'aereo, una volta arrivati all'altezza prestabilita, possono corrisponderne altre fuori norma per consentire il lancio. Nessuna leggerezza dovrebbe essere commessa. Oggi sulla stampa locale ho letto che dei facenti parte il gruppo di paracadutisti lanciatisi con la ragazza, un paio sarebbero caduti in prossimità della recinzione sud della pista (verso la cava) ed uno addirittura oltre! Le condizioni meteo di quei momenti possono essere verificate presso le stazioni meteo militari e civili presenti nella zona, gli altri parametri per ricostruire gli eventi sono noti. Spero che quanto prima si possa conoscere se tutto, purtroppo, è successo per un puro e sfortunato caso, in caso contrario che la legge faccia il suo corso. Per Melania devo continuare a sperare!

Ecco qui l'intervento di Rosetti durante la puntata di ieri de "Il Volatore di Rmc 101".

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