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05/03/2010 12:02:49

Lavoro nero e truffa alla Ue: denunce e arresti operati dalla Guardia di Finanza

quelle che svolgono attivita’ stagionali connesse alla raccolta di prodotti agroalimentari, nonche’ alle attivita’ nel settore manifatturiero, delle costruzioni, delle somministrazioni di alimenti e bevande, del commercio e dei trasporti, dei servizi alle imprese e alle famiglie. Individuati 51 lavoratori in completa evasione della normativa vigente in materia di contributi previdenziali ed assistenziali, nonche’ 12 lavoratori irregolari non risultanti dalle scritture contabili. Dei 63 soggetti, quattro risultano essere di nazionalita’ romena e uno tunisina. Gli ulteriori accertamenti permetteranno di contestare alle aziende elevate sanzioni amministrative.

 


 Insieme ai suoi complici (uno di loro è ancora ricercato), si era specializzato nel falsificare i bilanci, presentandosi in banca e ottenendo finanziamenti che, puntualmente, venivano incassati e mai restituiti.

E' agli arresti domiciliari il 47enne R.S.L. originario di Salerno, ma da anni residente in città, catturato ieri mattina dai finanzieri di Reggio, che hanno eseguito uno degli ordini di custodia cautelare emessi dal gip di Teramo.

L'uomo, un conosciuto intermediario finanziario, è accusato di associazione a delinquere finalizzata alle truffe ai danni di fornitori e istituti di credito.

In manette altre due persone, tra cui un consulente di Alba Adriatica, in provincia di Teramo, e un altro intermediario residente a Trapani. Con loro sono stati indagati altri 4 «collaboratori».
Secondo quanto accertato dalle Fiamme gialle, la vicenda inizia dalla scoperta di investimenti finanziari di una azienda produttrice di articoli di pelletteria di Villa Rosa di Martinsicuro, sempre in provincia di Teramo.

La «mente» dell'organizzazione è un imprenditore di origine marchigiana, ma residente in provincia di Teramo, supportato da alcuni consulenti che istruivano la documentazione aziendale e la trasmissione telematica degli atti societari.

Gli autori dei reati, dopo aver individuato sul mercato una società inattiva dal 2003, la riattivavano.

Con una serie di operazioni fittizie, grazie alla collaborazione di compiacenti esperti del settore creditizio, venivano presentati agli istituti di credito ed ai partners commerciali falsi attivi di bilancio costituiti da crediti e possidenze per 10 milioni di euro.

Questo sistema consentiva di ottenere dalle banche finanziamenti di ingente valore e dai fornitori beni materiali.

Le somme venivano erogate portando allo sconto fatture rivelatesi poi fittizie e relative ad operazioni commerciali in cui figuravano soggetti economici all'oscuro del giro.

I capitali, una volta reperiti, venivano destinati all'acquisito di beni di lusso ed in parte reimpiegati nel finanziamento di aziende riconducibili agli stessi inquisiti.

L' attività degli investigatori _sulla quale c'è il massimo riserbo _ è ancora in corso in quanto non si esclude il coinvolgimento di altre persone.