All’obitorio sono state eseguite sia l’autopsia che la perizia sul paracadute disposte dal Pm Monica Gargiulo titolare del fascicolo. Quattro i consulenti, tra quelli del Gip, della Procura e dell’unico finora indagato per omicidio colposo. Si t
ratta del direttore di lancio, un esperto di paracadutismo originario della provincia di Mantova e difeso dall’avv. Claudio Arria. Secondo quanto trapelato dai primi riscontri, l’ipotesi più probabile è che la giovane, presumibilmente per l’emozione di una manovra inaspettata (era al primo lancio), non sia riuscita a sganciare il paracadute prima dell’ingresso in acqua e sia poi annegata. Per eventuali conferme, bisognerà comunque attendere 60 giorni, tempo entro il quale verranno depositate le perizie. Al momento non risultano altri indagati, anche se non è escluso che a breve l’indagine si possa allargare ad altri legati al lancio della ventiduenne. La ragazza, in forza al 46/esimo Reggimento Trasmissioni di Palermo come volontaria in ferma di un anno, durante una licenza del fine settimana si era trasferita a Ravenna con alcuni amici e colleghi per alcuni lanci privati che le avrebbero consentito di conseguire il brevetto di paracadutista. Non è chiaro ancora il motivo per il quale il suo paracadute, regolarmente apertosi, sia stato spinto, come mostrato da un video girato da terra, fin sul laghetto di cava che dista alcune centinaia di metri dal campo utile di atterraggio, peraltro uno dei più grandi d’Italia per questo tipo di attività .
Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Giuseppe Valotto, e tutta la Forza Armata – si legge in una nota – esprimono il loro “sentito e sincero cordoglio ai familiari della militare tragicamente scomparsa”.