Addirittura con manifesti sparsi a destra e a manca, di questi giorni erano state tappezzate le strade delle città di Erice e di Trapani, con slogan I riformisti per la Grande Città , prevedendo la partecipazione di autorevoli rappresentanti del centro sinistra, in primis gli On. Baldo Gucciardi e Camillo Oddo del PD e l’ex On. Nino Oddo del PSI, per arrivare all’arch. Mario Buscaino e Pietro Savona.
E proprio sul palco di tale convegno, eccetto gli assenti e pochi concetti degni di confronto, più che ragionamenti volti a spiegare ai confusi pochi cittadini presenti la “convenienza” della Grande Città , più che idee riformiste e ragioni di reale convenienza sociale ed economica per i cittadini ericini, oltre a tentativi di aggressioni, quasi manesche, in danno dell’Assessore Silvana Catalano – a cui gli ericini rinnovano solidarietà - solo contumelie e illazioni nei confronti del Sindaco di Erice sono state profuse da parte dell’ex On. Nino Oddo, ormai in frenetico ma riformista spasimo da vedova del potere, nonché dall’editore Ignazio Grimaldi. Il Sindaco di Erice, nel recente e lontano passato ha avuto il torto e continua ad averlo, di non cedere ai ricatti e/o condizionamenti politici anche di costoro: del primo, l’ex On. Nino Oddo, che continuava a scambiare il Comune di Erice come un negozio di generi alimentari “prendi due e paghi uno”, ma anche nei confronti del “timorato” editore della potente comunicazione locale, per il semplice fatto di non esser stato spesso d’accordo con le sue note smanie di tuttologo, e quel che peggio, di averglielo sempre detto in faccia. Eppure, costoro – insieme a gran parte della classe politica della città di Trapani, da sempre abituata, magari seduta al bar, a decidere anche per gli ericini - continuano a celarsi dietro il Comitato Cittadino per la Grande Città , con ipocrisia nascondendo le mire e gli interessi politici di cui sono portatori per profittare della buona fede dei cittadini ericini ai quali vorrebbero togliere anche il diritto di identità , promettendo l’altisonante ma vuoto di contenuti slogan della Grande Città : per dirla in comune volgare ma significativo dialetto “ucca china e panza vacanti”.
A Pietro Savona, al quale vorrei ricordare che la mia giunta non si lascerà impunemente minacciare dai compagni – amici riformisti del suo partito e che io non mi lascio di certo incantare dalle sirene del PD, consiglierei di non pescare nel torbido ingenerando ulteriore confusione: se per davvero mi ha votato a Sindaco di Erice dovrebbe ben sapere della mia netta contrarietà , finanche citata nel programma di governo sottoscritto anche dal suo partito, alla scomparsa di Erice e dell’identità ericina dentro il “sacco” della Grande Città . E’ comunque probabile che ci confronteremo alle prossime elezioni, ma su campi avversi: lui da politico trapanese a sostenere il Sindaco per la Grande Città , io da cittadino ericino della valle a difendere l’identità storica e culturale di cui sono orgoglioso di esser figlio.
In ogni caso, ovviamente, costoro, non parlano mica delle tasse e/o di nuovi migliori servizi, di opportunità di crescita socio-economico-occupazionale, strumentalizzano, però, finanche sulla salute dei nostri cittadini gravemente ammalati circa le reali cause dello “scippo” del servizio di radioterapia operato dall’Assessore regionale Massimo Russo in danno dell’Ospedale S. Antonio di Trapani a beneficio della natìa città di costui, Mazara del Vallo.
La disinformazione porta la città nel caos e sempre più mi viene chiesto dai cittadini, da Consiglieri e dai Comitati di Quartiere e di Frazione di porre in essere iniziative informative e di verità . Peraltro, la grande confusione posta in essere e la grave strumentalizzazione ormai ingenerata, mi portano a sciogliere ogni riserva ed indire, pertanto, pubbliche assemblee cittadine in seno alle quali, auspico una plurale partecipazione dei rappresentanti dei Comitati pro-fusione e pro-rettifica, ovviamente non mancando occasione di dire in merito il mio pensiero, in coerenza con il dettato programmatico voluto dai cittadini ericini che debitamente ho il dovere morale di perseguire e amministrativamente di concretizzare.