Una su tutte è la cosiddetta zona della Salinella, nella quale da un po’ di tempo staziona un branco di randagi che nei giorni scorsi ha circondato una coppia di fidanzati mentre faceva jogging. Secondo l’Amministrazione comunale il problema è dovuto al crescente abbandono dei cuccioli e alla generosità di alcuni amanti degli animali che sfamano i cani. Secondo l’OIPA di Marsala, coordinati da Milena Urso, non è colpa delle persone che sfamano gli animali se questi stazionano nella Salinella, infatti la peculiarità del branco consiste nel fatto che affamato o no questo non si sposta dal proprio territorio. “Quelli della Salinella non sono cani aggressivi, - assicura Milena Urso - grazie anche al fatto che non vanno in cerca di cibo essendo già sfamati, a differenza del singolo randagio che si sposta da solo in cerca di cibo”. Il problema sta invece nelle inadempienze che l’Amministrazione continua a prorogare, in particolare la sterilizzazione e la “microchippatura” completa che è stata disposta con un’ordinanza nel 2008, scaduta e prorogata fino al settembre 2009. Ma anche la proroga è scaduta, l’ordinanza non è stata messa in atto e per la città girano molti randagi senza chip. Inoltre sarebbe opportuno monitorare i cani, soprattutto le cucciolate. “Con un attento controllo delle cagne gravide sarebbe possibile prendere i cani finché sono piccoli – spiega la volontaria dell’OIPA di Marsala – e non lasciati in strada dove una volta cresciuti possono creare disagi e sono difficili da accalappiare”.
Un’altra aggressione avvenuta nei giorni scorsi è quella ai danni di un bambino di 7 anni nei pressi delle case popolari di via Mazara, ma i 4 cani aggressori non erano randagi. Sembra infatti che i cani, di cui uno solo dotato di chip, siano stati affidati dal canile ad una privata e che questa li avesse tenuti fuori dalla propria abitazione.
Per quanto riguarda l’altra zona “calda”, quella del versante sud della città (contrada S. Anna, Pastorella, Strasatti), nei mesi scorsi vi si aggirava un folto branco di randagi, adesso il branco è stato decimato anche dalle iniziative degli abitanti della zona che hanno avvelenato i cani mettendo del veleno negli avanzi piazzati strategicamente per strada, infatti in certe circostanze è stato possibile notare alcune carcasse di cani sui cigli delle strade.
Ma una soluzione potrebbe arrivare anche con l’ampliamento del Canile comunale, inaugurato nell’ottobre 2007, già nel 2008 sono stati stanziati 500 mila euro (250 mila dal Comune, 250 mila dalla Regione Sicilia) per ampliarlo. Il progetto permetterebbe di realizzare 52 nuovi box (40 singoli, 12 multipli) e consentirebbe di raddoppiare la capienza del canile. Ma ancora oggi i lavori sono bloccati per un ricorso al TAR da parte di un’impresa appaltatrice. Intanto “la situazione dei ricoveri al canile non è allarmante – spiega l’OIPA – certo se ci fossero più posti ci sarebbe la possibilità di accogliere più randagi”. Ma questo potrebbe non essere sufficiente se l’attività di reperimento dei cani viene resa difficoltosa senza l’attuazione dell’ordinanza, senza un controllo delle cucciolate e la sterilizzazione dei cani, e senza un censimento dettagliato dei randagi nel territorio, attività questa lasciata all’operosità dei volontari delle associazioni animaliste.
Francesco Appari