tuttavia ormai ci sono pochi dubbi sul fatto che il cadavere trovato in un sacco al porto di Mazara sia quello del 43enne Giuseppe Cucchiara.Addosso all'uomo è stato trovato un portafogli contenente la carta di identità e altri documenti personali del 43enne, oltre a frammenti di un suo portachiavi. Anche i resti dei vestiti indossati dalla vittima sono simili a quelli che portava Cucchiara il giorno della scomparsa su cui già dallo scorso 13 gennaio indagavano i militari dell'Arma che per questa ragione, su disposizione della Procura della Repubblica di Marsala, proseguiranno le indagini anche sull'omicidio.
Sono da accertare adesso il movente, modalità e la data presunta in cui i sicari avrebbero agito, dati che l'avanzato stato di decomposizione del cadavere, in parte saponificato non avrebbero fornito nel corso dell'ispezione cadaverica svolta all'obitorio del cimitero dal medico-legale Lipari.
Secondo l'esame autoptico, Cucchiara è morto a causa di diversi colpi di arma da fuoco esplosi da distanza ravvicinata. Il decesso, hanno stabilito i medici dell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo, che ieri hanno eseguito l'esame autoptico, è stato causato da un arresto cardiocircolatorio avvenuto a seguito di lesioni d'arma da fuoco. Sono almeno due i fori di entrata individuati all'altezza del torace. I medici legali hanno stabilito che la morte risale a circa tre mesi fa. Ulteriori analisi istologiche consentiranno di circoscrivere ulteriormente l'epoca del decesso. Nel corso dell'esame autoptico sono stati prelevati alcuni campioni di tessuto per procedere all'esame comparativo del DNA delegato dai magistrati inquirenti ai carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche di Messina. Gli investigatori stanno sentendo in queste ore parenti ed amici della vittima per tentare di ricostruire il contesto in cui è maturata la vicenda.
Cucchiara era nato a Solingen, in Germania, il 15 marzo del 1966 ma risiedeva da anni a Mazara 2. A sporgere denuncia, il 16 gennaio era stata la moglie Angela Fratelli, di 40 anni. Il marito sarebbe uscito da casa, un appartamento di una palazzina di Viale 2001, intorno alle 15 del 13 gennaio, dopo una breve e banale lite con la moglie; Giuseppe Cucchiara sarebbe arrivato in ritardo per il pranzo e questo avrebbe generato tensione. Nella denuncia la moglie aveva escluso che l'allontanamento fosse riconducibile alla lite raccontando che il marito avrebbe ricevuto una telefonata alla quale aveva risposto riferendo di essere a piedi e chiedendo se dovesse recarsi da lui immediatamente. Cucchiara avrebbe detto alla moglie di dover uscire ma che non sarebbe mancato più di mezz'ora. Da allora non aveva fatto più ritorno a casa ed al suo cellulare risultava rispondere solo la segreteria. «Non conosco le amicizie di mio marito - aveva riferito la moglie - Dalle informazioni fornite ai carabinieri al momento della scomparsa indossava pantaloni jeans di colore blu chiaro, una maglietta verde, un giubbotto nero e scarpe scamosciate di colore nero con una fascettina grigia laminata.
Giuseppe Cucchiara era alto 1.70, corporatura media, occhi cerulei e capelli castani e un tatuaggio sull'avambraccio sinistro rappresentante un paracadutista, un ricordo della sua esperienza giovanile nel corpo dei "parà ". Inoltre, nel 1995 era stato condannato a scontare alcuni anni di carcere per uso e spaccio di sostanze stupefacenti. Nella ricerca di Cucchiara era stato impegnato anche il fratello Domenico, arrivato dalla Svizzera dove lavora come cuoco, che aveva segnalato la scomparsa a «Chi l'ha visto?».