Alla conferenza Sgarbi è stato un fiume in piena, è partito con un excursus sull’unità d’Italia e sulla storia di Salemi che <<è stata la
prima capitale d’Italia, è da lì che Garibaldi, poche ore prima della battaglia di Pianto Romano emanò un decreto in cui dichiarava di assumere i poteri della Dittatura in nome del re Vittorio Emanuele II>>.
Napolitano arriverà a Salemi intorno alle 12.40 nella piazza antistante il Municipio, nello stesso posto dove Garibaldi nel 1860 assunse i poteri della dittatura, dove ci saranno 1000 ragazzi in camicia rossa ad attenderlo.
Per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia <<daremo all’Italia i grandi monumenti “riabilitati” come il Museo del Risorgimento>> e a seguire una serie di inaugurazioni, come la mostra fotografica dal titolo<<la Sicilia, il suo cuore>>, ritratti d’autore di Leonardo Sciascia, la mostra <<paesaggi d’Italia>> che affronta il tema della salvaguardia e della valorizzazione del paesaggio. A chi gli chiede delle pale eoliche nella valle di Mazara Sgarbi è secco<<oltre ad essere volute dalla mafia, distruggono il paesaggio>>.
Sgarbi ha toni forti, spesso scortesi, ma ha buone idee e soprattutto per questo anniversario si è dato molto da fare, ha reclutato giovani volontari che lo aiutassero nei suoi progetti, ha urlato contro la mafia, ha seguito la scia polemizzando anche lui nei confronti di Saviano e della sua scorta, ha rimesso in primo piano il ruolo dell’arte , ed ha ideato un nuovo museo, quello della mafia, sotto la direzione artistica di un brillante giovane, Nicolas Ballario che spiega<< il percorso si snoda in dieci stazioni, dieci cabine chiuse, con pareti e pavimenti neri, dove attraverso l’audio vengono spiegati i rapporti della mafia con lo Stato, la chiesa , le stragi, e poi il ruolo della politica, dell’informazione e della sanità >>. E’ un’idea originale, dove la retorica viene abolita e per una volta la parola mafia non viene associata a lupare e coppole, ma al dolore, al buio, alla violenza, degnamente rappresentata dal logo ideato da Oliviero Toscani, una macchia di sangue che ha come forma la Sicilia.
Spero che il mondo guardi questo museo e capisca che la mafia è una realtà tangibile in Italia e non un’invenzione di “alcuni”scrittori.