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18/05/2010 09:33:50

Parla Angelo Lombardo, fratello di Raffaele

tra l'altro, che io sarei indagato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Procura di Catania e, addirittura, sarei destinatario di un'imminente richiesta - al Parlamento di cui faccio parte - di una autorizzazione all'arresto. Sino a oggi, consapevole di non essere io il reale obiettivo della campagna di stampa e sicuro del
fatto che la verità giudiziaria, che sembrava prossima, avrebbe fatto giustizia delle menzogne scritte su di me, ho preferito tacere e restare nell'ombra". Lo scrive in una nota il deputato Mpa Angelo Lombardo, fratello del presidente della Regione siciliana, Raffaele, coinvolto nell'inchiesta su mafia e politica della procura catanese. "Ho già chiesto - aggiunge - di essere sentito dal Procuratore di Catania, al quale ribadirò la mia assoluta estraneità a qualsiasi fatto delittuoso".

 

Angelo Lombardo dice di non avere mai ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria; di non conoscere Vincenzo Aiello, presunto boss mafioso catanese, né di aver avuto rapporti con suoi accoliti; di non aver mai avuto un autista personale; di non essere mai stato vittima di pestaggi o di aggressioni fisiche, così com' è trapelato da indiscrezioni sull'inchiesta catanese. "I magistrati potranno verificare - scrive - ascoltando i medici e gli infermieri dell'ospedale Cannizzaro - dove sono stato ricoverato nel febbraio 2007 e nel maggio 2008 - che la ragione della degenza è stata, in entrambi i casi, soltanto una preoccupante crisi ipertensiva. Un fatto curioso in occasione del secondo ricovero è in effetti, però, avvenuto. Il direttore sanitario, venutomi a trovare in visita di cortesia, mi ha riferito di aver ricevuto una telefonata dal senatore Giuseppe Firrarello, che si interessava alla mia salute e gli chiedeva se io presentassi tumefazioni o abrasioni". "E' vero - conclude - che uno dei computer della mia segreteria è stato oggetto nel 2008 di un'incursione informatica. Il fatto è già stato oggetto di indagini da parte dell'autorità giudiziaria. Chiedo di essere messo in condizione al più presto di poter chiarire, in maniera puntuale e definitiva, l'assoluta correttezza del mio operato".