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31/05/2010 05:38:27

Petrolio nelle Egadi: tutti contrari alle trivellazioni

C'è sempre stato il petrolio in Sicilia occidentale, nella metà degli anni '80 l'Eni aveva fatto delle prove nella zona antistante le isole Egadi. Il petrolio c'era, pure abbondante, ma con la quotazione di allora, 10 dollari al barile, i tempi di ammortamento sarebbero stati troppo lunghi. Dopo due prove di produzione l'Eni preferisce abbandonare il sito e far scadere l'autorizzazione. Adesso tre compagnie petrolifere, Shell, Audax e San Leon Energy hanno l'intenzione di capitalizzare i presunti giacimenti petroliferi presenti nei fondali delle isole Egadi, Pantelleria e della zona tra Selinunte e Sciacca, una superficie di 4.300 chilometri quadrati che racchiude due aree interessate dall’istituzione di un Parco nazionale.

 

Siamo tuttavia in piena fase esplorativa. La Shell ha dato mandato alla Northen Petroleum di sondare il Canale di Sicilia per mezzo di esplorazioni sismiche tridimensionali. La compagnia australiana Audax è interessata ai fondali di Pantelleria ed ha già ceduto il 10% dei diritti di estrazione ad un'altra compagnia, Bombora Energy Pty Lmt., che in cambio corrisponderà il 15% dei costi di esplorazione e alcune quote di un pozzo petrolifero. Troppo fermento per dei semplici sondaggi mirati alla scoperta di idrocarburi la cui estrazione, in Sicilia, è fortemente diminuita: 702.133 tonnellate di olio greggio estratte nel 2004 contro le 556.084 tonnellate del 2009. Il compito di risollevare gli interessi estrattivi dei petrolieri partirebbe dalle isole Egadi, che potrebbero fornire 150.000 barili di petrolio al giorno, una cifra altissima considerando che in tutta Italia si estraggono 130.000 barili al giorno. Potrebbe diventare il più grande bacino petrolifero europeo.

Il Ministero per lo sviluppo economico ha concesso alla compagnia San Leon Energy autorizzazioni per un totale di 1820 Km2: tra Favignana e Marsala, alle spalle delle Egadi ed a 20 km della costa tra Sciacca e Selinunte L'interesse della San Leon Energy a questo tratto di mare non è recente, le prime richieste di esplorazione risalgono al 2008, il Ministero autorizza nel dicembre 2009. Poco importa se l'area è interessata da riserve naturali, da banchi corallini, da zone di pesca tra le più importanti d'Italia. Prima si esplora, poi ci organizziamo.

La procedura la espone il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Francesco Maria Giro, in risposta all'interpellanza urgente presentata dall'on. Giuseppe Marinello: “Nel dettaglio, dette istanze sono state sottoposte all'esame della citata commissione che, nella seduta dell'11 dicembre 2009, ha espresso un parere favorevole all'accoglimento delle stesse. A seguito di tale parere, il Ministero dello sviluppo economico ha, comunque, invitato la società istante a presentare tutta la documentazione necessaria per la pronuncia di compatibilità ambientale presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Quest'ultima amministrazione ha comunicato lo stato dell'iter procedurale che riguarda le richieste della San Leon confermando che le attività per le quali è stata presentata istanza di VIA o di esclusione dalla stessa, prevedono solo prospezioni geofisiche con la tecnica dell'air-gun. La verifica di procedibilità delle istanze di cui sopra è ancora in corso presso il Ministero dell'ambiente che, una volta verificata la procedibilità delle stesse, provvederà ad inviare la relativa documentazione alla commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA-VAS per l'avvio dell'istruttoria tecnica. Pertanto si ribadisce che, allo stato attuale, in merito alle istanze della società San Leon non è stato ancora emanato un decreto di conferimento di permessi. La società San Leon non può quindi procedere alla perforazione di un pozzo, né all'allestimento di un qualunque impianto di estrazione, dal momento che l'esecuzione di tali operazioni sarà, eventualmente, possibile solo dopo aver ottenuto il conferimento del titolo e successivamente ai controlli di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e ad altre specifiche autorizzazioni dei competenti organi periferici dello stesso Ministero e delle altre amministrazioni interessate”.

Il 24 aprile scorso la San Leon Energy pubblica sul Giornale di Sicilia un avviso: “Pronuncia di compatibilità ambientale” al Ministero dell’Ambiente ed al Ministero dei Beni Culturali, per la “registrazione di una campagna sismica 3D di circa 100 km2” al largo “delle coste di Marsala (distante fino ad un minimo di 1 km)”. Immediate e trasversali le reazioni della politica locale.

Il senatore Antonio D'Alì ha presentato un interrogazione ai ministri dell'Ambiente, Esteri e Sviluppo Economico per “sollevare il problema nella sua rilevanza nazionale poiché le autorizzazioni rilasciate nel tempo includono molte altre località marine di elevato pregio ambientale e quindi si impone una valutazione complessiva e di fondo dell'eventuale impatto di nuove perforazione sull'intero ecosistema del Mar Mediterraneo, già oggi il mare a più elevata presenza di residui di idrocarburi del pianeta”.

Il Consiglio comunale di Marsala ha approvato un Ordine del Giorno con il quale si chiede di adottare le iniziative necessarie per evitare danni ecologici nel tratto di mare tra Favignana e Marsala: “Non possiamo permettere attività che non rispettino i luoghi naturalistici che appartengono all’intera collettività marsalese, fondamentali per lo sviluppo turistico della nostra città”, conferma il Presidente del Consiglio comunale, Oreste Alagna.

Il sindaco di Favignana, Luicio Antinoro: ”Siamo sicuri che il ministero dell’Ambiente e la sua commissione vaglierà con estrema attenzione l’istanza che incide in aree che dal 1990 sono oggetto di tutela e patrimonio naturale incontaminato”.

Il Comune di Mazara del Vallo, attraverso una nota dichiara: “Ci opponiamo a tale richiesta per ragioni di carattere ambientale e naturalistico. Si teme che tale campagna possa rappresentare un rischio per l'ambiente marino, un ostacolo alle attività di pesca delle marinerie di Mazara e Sciacca, un pericolo per la presenza nel mare antistante Sciacca dell'isola sommersa Ferdinandea, che costituisce la bocca di un vulcano. Si teme inoltre che tale campagna di ricerca, se autorizzata, possa acuire nella foce del fiume Mazaro il fenomeno del marrobbio.

Il sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Caravà: “Condivido pienamente la posizione del presidente del consiglio comunale Giuseppe Castiglione nel dire no, all’autorizzazione concessa dal ministero per lo sviluppo economico a una società estera ad effettuare trivellazioni nel tratto di mare che va da Tre Fontane a Sciacca. Difenderemo il territorio di Campobello di Mazara da ogni tipo di inquinamento e agiremo in sinergia con il consiglio comunale ribadendo ancora una volta che il nostro territorio è a vocazione turistica.

Il Consiglio provinciale di Trapani ha programmato una seduta straordinaria il 7 giugno per discutere il permesso ”di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nelle acque marine antistanti i comuni di Favignana, Marsala e Trapani”. L’opposizione del Consiglio è ed è contenuta in un atto di indirizzo approvato alla unanimità nel corso della seduta svoltasi il 6 maggio e presentato dal Consigliere del Gruppo Misto, Ignazio Passalacqua.

L'on. Giulia Adamo: “È una battaglia di civiltà che dobbiamo condurre tutti assieme. Condivido le critiche che arrivano dalla comunità isolana. Le istituzioni locali facciano la loro parte facendo sentire una voce forte e chiara. Non dobbiamo tentennare. Ho già chiesto un incontro con l'assessore regionale al Territorio ed Ambiente Roberto di Mauro. Il governo Lombardo deve fare la sua parte. E' a conoscenza del problema anche il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo”.

Il vice presidente dell'Ars, Camillo Oddo: “Ho presentato una interpellanza al Presidente della Regione ed all’Assessore al Territorio ed Ambiente per sollecitare un’azione di controllo e di confronto con il Governo Nazionale ma anche d’indirizzo politico, ribadendo la netta contrarietà ad ogni forma d’intervento che possa recare danni all’ambiente. E’ necessario anche un approfondimento giuridico per considerare se vi sono le condizioni per adire al giudice Costituzionale per il mancato coinvolgimento della Regione nelle scelte in materia di ricerche di idrocarburi “.

La Federazione di Trapani del Partito della Rifondazione Comunista: “Siamo contrari al saccheggio delle coste ove esistono,tra l’altro Riserve protette ed auspica piuttosto uno sviluppo sostenibile e la valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali della zona,congiuntamente ad una mobilitazione generale in difesa dei beni ambientali.”

L’associazione Rifiuti Zero Trapani: “E´inquietante come potrebbe prospettarsi il futuro del nostro mare. Il pozzo esploso nel Golfo del Messico e il gravissimo disastro ambientale generato, dovrebbero impedire investimenti nel petrolio che è una fonte energetica in via di esaurimento. Anziché trivellare i nostri mari si dovrebbe incentivare la ricerca e l'utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili. Inoltre le trivellazioni petrolifere provocherebbero la fine dell'ecosistema marino, della pesca, del turismo locale e della salute dei cittadini”.

Sinistra Ecologia & Libertà di Trapani: “vista l’ubicazione e le correnti marine che in quel punto vanno da Marsala verso le Egadi è logico ed immediato pensare che qualsiasi ricerca o trivellazione dei fondali disturberà gli equilibri dell'area marina e della riserva, protette per legge. Ci chiediamo: basterà l’ovvietà di questa constatazione ad impedire la pronuncia di compatibilità ambientale?”

Peccato che ad Erice non ci sia un laghetto, altrimenti avrebbero sondato anche da quelle parti.