Ne è convinto Gaetano Pecorella che da due giorni sta ascoltando, assieme ai componenti della commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, magistrati, amministratori pubblici e tecnici.
Un tema sul quale anche la commissione Antimafia, ieri, avrebbe dovuto ascoltare il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo volato a Roma, ma l’audizione è stata rinviata senza però che sia stata fissata un’altra data. Attorno alla raccolta e al trattamento dei rifiuti in Sicilia è in corso un duro scontro politico, con risvolti giudiziari. La Procura di Palermo ha in mano un dossier depositato da Lombardo su presunti interessi della mafia nella realizzazione dei quattro mega-termovalorizzatori previsti dal vecchio piano regionale dei rifiuti, varato dall’ex governo di Totò Cuffaro, e bloccato dall’attuale esecutivo dopo i rilievi dell’Alta Corte di giustizia europea sul bando di gara. Un business da milioni di euro. L’assessore all’Energia, Pier Carmelo Russo, da alcuni giorni invia in Procura ogni atto che riguarda la discarica di Bellolampo, a Palermo, sulla quale la magistratura ha aperto un’inchiesta per accertare se il percolato, il liquame prodotto dai rifiuti solidi urbani, abbia inquinato le falde acquifere.
Tra gli indagati c’è anche il sindaco Diego Cammarata, chiamato a rispondere anche della fallimentare gestione dell’Amia, l’azienda pubblica per la raccolta dei rifiuti usata come un bancomat dagli ex amministratori, tra cui il senatore del Pdl Enzo Galioto, che avrebbero utilizzato fondi della società per cene e viaggi a Dubai.