Roma e dalla Squadra mobile di Caserta che ha portato allo smantellamento (68 arresti) di un asse criminale camorra-mafia che, secondo l'accusa, imponeva il monopolio dei trasporti su gomma ai commercianti che operano nel settore dei prodotti ortofrutticoli, con la conseguente lievitazione dei prezzi. A ordinare la scarcerazione dei fratelli Sfraga, difesi dagli avvocati Diego Tranchida e Raffaele Bonsignore, è stato il Tribunale del Riesame di Napoli, che ha accolto l'istanza dei legali, evidenziando la ''mancanza dei gravi indizi di colpevolezza».
I due commercianti rimangono indagati. Per l'accusa, infatti, gli Sfraga, gestori a Strasatti di un grosso centro per la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, sarebbero stati, nel settore, il trait d'union tra la camorra e Cosa Nostra.
''Dovevamo vendere i nostri prodotti al prezzo da loro fissato - dichiarò un giovane agricoltore della zona dopo l'arresto degli Sfraga - e non c'era possibilità di alcuna contrattazione. Erano loro che facevano il mercato. Il loro giro d'affari era notevole. Da Strasatti, di Tir carichi ne partivano in continuazione… Nessuno, però, pensava che fossero inseriti in un giro di così alto livello… anche se il loro tenore di vita, auto di grossa cilindrata, etc, non poteva non destare qualche sospetto''.
Non a caso, da tempo, i due fratelli di Strasatti erano tenuti sotto osservazione da parte degli investigatori. Anche se prima d'ora mai erano rimasti coinvolti in procedimenti penali per fatti di mafia. Dopo gli arresti del 10 maggio, gli investigatori campani parlarono di ''contesto asfissiante, vera negazione dei più elementari principi economici liberal-democratici'', nell'ambito del quale a nessun operatore commerciale ''era dato sfuggire alle maglie di siffatta spartizione''. E ciò ''a prescindere dalla qualità o meno del servizio reso e della concorrenzialità del prezzo richiesto e pagato».
Antonio Pizzo - La Sicilia