L'uomo aveva commesso l'omicidio, accecato dalla gelosia. Riteneva che la sua compagna, Maria Grazia Drago, lo tradisse con Craparotta. Ma la donna andava in casa dell'anziano ogni mercoledì solo per fare le pulizie. «Era un rapporto esclusivamente l
avorativo" ha detto in aula. Palazzolo non era riuscito a convincersene. La seguiva, l'aspettava davanti casa di Craparotta. Il 13 maggio dello scorso anno si era recato davanti l'abitazione dell'anziano ed aveva cominciato ad inveire contro di lui.
Maria Grazia Drago era riuscita a calmarlo, ma il giorno dopo Giacomo Palazzolo si era ripresentato davanti casa di Craparotta. Stavolta aveva prima aggredito verbalmente la sua compagna, poi si era scagliato contro Craparotta colpendolo con una trave. L'anziano era caduto per terra. Morto per infarto, è stato accertato. La donna aveva tentato di rianimare Craparotta. Palazzolo invece era fuggito via ed era stato soccorso, in stato confusionale e con una frattura, da due passanti, che avevano chiamato i carabinieri. Nel corso del processo la difesa ha giustificato la frattura con una presunta aggressione che Palazzolo avrebbe subito da Antonino Craparotta e da cui si sarebbe difeso. Ma per il pubblico ministero la tesi della legittima difesa non è sostenibile e la frattura sarebbe compatibile con una caduta. La prossima udienza del processo è fissata per il 23 giugno per gli interventi di parte civile e difesa; a luglio la sentenza.