L’ordinanza, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Trapani su conforme richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica Presso il Tribunale di Trapani è stata l’atto conclusivo di una scrupolosa opera investigativa dei carabinieri di Alcamo che, dopo l’arresto alcuni mesi fa di tre donne alcamesi, sorprese mentre effettuavano acquisti in questo centro con banconote false e successivamente di un palermitano trovato in possesso di 12.000 euro falsi, hanno ricostruito la filiera che aveva introdotto nel territorio siciliano un grande quantitativo di monete false e che vede nel Tempesta il fulcro dell’organizzazione.
Nel corso delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore dott. Massimo Palmeri, gli investigatori non hanno tralasciato alcun indizio per poter ripercorrere, a ritroso, il tortuoso labirinto ideato dagli spacciatori per immettere sul mercato le banconote false che nei mesi scorsi avevano tratto in inganno numerosi commercianti alcamesi. L’opera dei militari non è stata semplice, infatti Tempesta, nei mesi scorsi, sentitosi messo sotto pressione, ha cercato di porre in essere ogni accortezza del caso per evitare di commettere azioni compromettenti, ma non è stato sufficiente.
I Carabinieri del Nucleo Operativo non hanno tralasciato nessun elemento che potesse tornare utile all’indagine,anche i più insignificanti hanno permesso di ricostruire quel puzzle che, nella giornata di oggi, è stato completato con l’ultimo tassello. Le risultanze investigative hanno messo in risalto la particolare personalità dell’arrestato che si è dimostrato, in più circostanze, privo di particolari scrupoli ed incline alla commissione di numerosi reati, proprio dalle intercettazioni è emerso l’altro reato contestato, ossia che Tempesta detenesse senza alcuna autorizzazione una pistola. L’uomo tramite contatti faceva giungere in Sicilia significativi quantitativi di banconote false che poi suddivideva e consegnava a presunti insospettabili (donne incensurate) le quali avevano l’incarico di scambiare, mediante piccoli acquisti le banconote false "ripulendole" per poi restituire allo stesso Tempesta la quasi totalità del denaro. Ultimate le formalità di rito, l’arrestato è stato tradotto presso il carcere di Trapani in attesa dell’interrogatorio del GIP.