n. 152, recante norme in materia ambientale", ed in base al quale il ministero dell'Ambiente non potrà rilasciare nulla osta per attivitÃ
di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare nelle zone ricomprese entro dodici miglia marine dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette (anche Regionali). Analogo divieto per gli idrocarburi liquidi nella fascia marina compresa entro tre miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l'intero perimetro costiero nazionale.
È la prima volta che una commissione parlamentare si esprime in termini così decisi contro la minaccia di nuove trivellazioni nei nostri mari e con attenzione per tutta la fascia costiera nazionale. Il parere della Commissione Ambiente prevede inoltre anche il coinvolgimento degli enti locali nella procedura autorizzativa.
“Questo è un primo importante passo verso un nuova regolamentazione del sistema di tutela nazionale delle zone ad elevato pregio ambientale e del nostro mare nella sua interezza. Tocca adesso al Governo – ha detto D'Alì – far proprie le indicazioni della Commissione. Proseguiremo con precise indicazioni anche sul versante dei rapporti internazionali con l'obbiettivo di giungere ad un definitivo blocco di ogni nuova attività di trivellazione nel mediterraneo, così come di rigido controllo degli standard di sicurezza degli impianti esistenti. Abbiamo già posto con forza il tema al vertice APEM (assemblea dei 39 Parlamenti Euromediterranei) di venerdì scorso a Palermo e ne discuteremo lunedì, 28 giugno ad Innsbruck nella specifica commissione ambiente. per far si che casi come quello della marea nera in Louisiana non possano mai accadere nel nostro mare mettendone a repentaglio il patrimonio ittico, ambientale e la sua biodiversità che da secoli contraddistingue le nostre acque e le nostre coste come tra le più belle e visitate del mondo”.
Il parere della commissione Ambiente pone le basi perché, se domani sarà accolto dal Governo, vengano sospese da subito le attività di prospezione geologica nei mari delle isole Egadi ed al largo dello Stagnone di Marsala.
Il limite geografico disegnato dalle distanze di rispetto suggerite dalla commissione ambiente di fatto ricomprenderebbe tutte le isole Egadi ed il mare intorno per 12 miglia verso ogni punto cardinale fino a spingersi ad ovest oltre Marettimo. Ne risulterebbe un’area di tutela vastissima che dovrebbe salvaguardare al massimo le coste trapanesi.