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05/07/2010 05:15:39

Alt dal Governo alle piattaforme petrolifere

futuro le ricerche petrolifere e le trivellazioni entro le acque territoriali di riferimento delle aree marine e dei parchi prospicienti il mare. Il parere, dal punto di vista normativo, entrerà nel corpo del decreto legislativo «Disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale».
Il ministero dell'Ambiente non potrà più rilasciare nulla osta alle procedure VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) per attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare nelle zone ricomprese entro dodici miglia marine dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette. Divieto valido anche quando aree protette e parchi siano di istituzione regionale. Il parere inoltre estende il divieto per gli idrocarburi liquidi nella fascia marina compresa entro tre miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l'intero perimetro costiero nazionale. Di fatto una protezione quasi assoluta lungo tutti gli oltre 8mila chilometri di coste italiane. Viene disposto, per la prima volta in assoluto, che le procedure autorizzative, anche per aree al di fuori dei limiti già definiti, vedano comunque il coinvolgimento degli enti locali che non possono essere esclusi da decisioni così incisive per i territori e le popolazioni.
«Ãˆ un importante primo passo avanti per il rispetto delle zone protette e anche per la fascia costiera nazionale - dice il sen. D'Alì - comunque continuerà con una mozione in Senato l'impegno della Commissione e mio personale perchè anche le attività di sola esplorazione, già autorizzate, vengano bloccate nel rispetto dell'equilibrio ambientale e delle zone protette».
Lo scorso 6 maggio il Consiglio provinciale ha espresso la «assoluta e totale contrarietà dell'assemblea ad ogni tipo di ricerca petrolifera».
 Secondo il Sindaco di Favignana, Lucio Antinoro, che era stato il primo a lanciare l'allarme "Le nuove norme permetteranno di preservare meglio legislativamente le aree marine protette e tra queste soprattutto quella delle Egadi oggetto di interesse speculativo anche recente di alcune multinazionali petrolifere, consentendo alle comunità locali di vivere e programmare un modello di sviluppo basato sulla valorizzazione dei beni ambientali e sul meraviglioso patrimonio naturalistico che deve essere fruito e preservato nei migliori modi possibili per essere tramandato alle future generazioni".