Secondo l'accusa le schede, che dovevano essere in grado di ricaricare i telefonini di tutte le compagnie, non attivavano il credito prepagato. Militari delle Fiamme gialle ne hanno sequestrate circa 400mila, per un valore commerciale di circa 2,5 milioni di euro.
Nell'ambito della stessa inchiesta è stata notificata un'ordinanza cautelare che impone a quattro indagati per associazione per delinquere finalizzata alla truffa il divieto di dimora nel comune di residenza e il divieto di esercitare attività commerciali. Perquisizioni sono state eseguite a Milano, Torino, Verona, Caserta e Catania. Le indagini erano state avviate nel capoluogo etneo dopo diverse denunce presentate da vittime della truffa.
Gli indagati sono complessivamente sei ma il provvedimento restrittivo è stato emesso per quattro dei responsabili della produzione e commercializzazione delle schede prepagate denominate "Unica-Servizi di ricarica del gruppo Alexia" . Le quattro compagnie di telefonia mobile che avrebbero dovuto ricevere gli accrediti della prepagata "Unica", cioè Tim, Vodafone, H3G e Wind, erano completamente all'oscuro della vicenda.