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21/07/2010 04:54:38

Un altro peschereccio mazarese sequestrato dai tunisini

sequestrato ieri sera, intorno alle 21, da militari tunisini mentre si trovava nella zona del Mammellone, nel Canale di Sicilia. L’equipaggio conta dieci persone, di cui sei italiani e quattro tunisini. Il peschereccpesca150.jpgio nella notte è stato trasferito nel porto tunisino di Sfax. Da alcuni anni non si registravano sequestri da parte dei tunisini. Per la società armatrice quello di ieri sera non è il primo sequestro a opera di militari di altri Paesi rivieraschi. L’ultimo, ad opera dei libici, era stato quello dell”Alibut’, assieme al quale lo scorso 10 giugno erano stati sequestrati altri due pescherecci: il ‘Vincenza Giacalone’ e il ‘Mariner 10′.

 

“Speriamo nel buon senso delle persone e nei rapporti di amicizia che la Tunisia, l’Italia e Mazara del Vallo hanno consolidato nel corso degli ultimi anni per un celere rilascio del nostro peschereccio, il ‘Twenty three’. Certo un sequestro dai tunisini non ce lo aspettavamo”. Lo dichiara Cosimo Asaro, uno degli armatori mazaresi del ‘Twenty three’ iscritto al Compartimento marittimo di Cagliari. Il comandante del peschereccio è Giovan Battista Quinci. Cosimo Asaro aggiunge: “Ho sentito l’equipaggio e sta bene. Della vicenda, visti anche gli ottimi rapporti tra la nostra città e la Tunisia, abbiamo già interessato il sindaco Nicola Cristaldi affinché ci possa dare una mano".

"Questa è una guerra senza fine e sino a quando non si troverà un punto di equilibrio di forti relazioni tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo non ci sarà alcun beneficio né per l'Italia, né per la Tunisia, né per altri Stati. Lo dice Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto per la pesca Cosvap di Mazara del Vallo, commentando la notizia del sequestro, ieri sera, da parte dei tunisini del peschereccio 'Ttwenty three', iscritto al Compartimento marittimo di Cagliari ma di proprietà dei fratelli mazaresi Matteo, Cosimo e Vincenzo Asaro. "Questo ennesimo sequestro, qualunque sia il suo epilogo - aggiunge - è certo che apporterà un danno e un salasso all'economia del territorio. E', insomma, ancora una volta la Sicilia a pagare per la mancanza di chiari e pratici accordi bilaterali e multilaterali". "Abbiamo contattato la Farnesina per attivare i canali diplomatici con la Tunisia. L'obiettivo è giungere nel più breve tempo possibile al rilascio del motopesca Twenty Three e soprattutto dell'equipaggio". Lo dice Titti Bufardeci, assessore alla pesca della Regione siciliana. Dalle prime ricostruzioni, il motopesca mazarese stava navigando nel Canale di Sicilia, nella zona del cosiddetto Mammellone. "Sono convinto che questa emergenza verrà risolta rapidamente - conclude Bufardeci - ma è chiaro che dobbiamo sederci a un tavolo per definire con i paesi rivieraschi una soluzione definitiva per non mettere più a rischio i nostri pescatori e assicurare una linea di sviluppo socioeconomico valida per le nostre marinerie e per quelle dell'area mediterranea"