On. Presidente del Consiglio, On.li Ministri,
a nome di tutti i gruppi politici che compongono il Consiglio Provinciale di Trapani e con riferimento al sequestro, 11 giorni or sono, del peschereccio “Twenty Tree”, ad opera delle autorità tunisine, con la presente mi permetto sollecitare con forza l’autorevole e risolutivo intervento delle SS.LL. nonché dell’intera compagine governativa italiana affinché, quanto meno, possa essere significativamente ridotta l’ammenda (in atto di oltre 46 mila euro) che il Governo di Tunisi chiede per il rilascio del predetto motopesca e dei 10 uomini dell’equipaggio che dallo scorso 19 luglio continuano ad essere sequestrati nel porto di Sfax, in condizioni che, stando alle notizie trapelate ed apparse sugli organi di stampa, non sono certamente le migliori.
Tutto questo, mentre gli armatori del “Twenty Tree”, peschereccio iscritto al compartimento marittimo di Cagliari ma di proprietà dei fratelli Vincenzo, Cosimo e Matteo Asaro di Mazara del Vallo, hanno già fatto sapere, a chiare lettere, di non essere assolutamente in grado di pagare un’ammenda così pesante. Ciò, proprio nel momento in cui (è non è una frase fatta) il settore della pesca a Mazara del Vallo come nell’intera provincia di Trapani, a causa anche della crisi economica globale, rischia seriamente (per rimanere in tema di mare) di andare letteralmente a fondo.
Ancora una volta, dunque, questa Presidenza e tutti i gruppi politici di questo Consiglio Provinciale sono costretti a ribadire ed evidenziare che è inammissibile che nel terzo millennio i nostri marinai ed i nostri armatori continuino a subire all’infinito questo tipo di sequestri che, al di là del caso in questione, appaiono spesso palesemente ingiusti e ingiustificabili sotto ogni punto di vista.
Peraltro, pur ammettendo eventuali “sconfinamenti” da parte dei nostri pescatori, che hanno l’unica colpa di volersi guadagnare il classico tozzo di pane per sfamare le loro famiglie, è semplicemente assurdo ma anche politicamente scandaloso che da oltre quarant’anni si protragga un contenzioso di tale portata fra Italia e Tunisi, che non si riesca a trovare il modo di porre fine alla cosiddetta “guerra del pesce” nel Canale di Sicilia (in particolare nella zona del “Mammellone”), mentre continuano a succedersi gli annunci (che però purtroppo rimangono tali) di presunte intese e di roboanti accordi di collaborazione fra i due Paesi proprio in materia di pesca nel mar Mediterraneo.
. Appare urgentissima, a questo punto, la necessità che il Governo italiano dia vita ad un nuovo modo di gestire la materia del contendere con la Tunisia, ma anche con gli altri Paesi nord africani interessati, avviando un’azione politica che miri al sodo, i cui obiettivi dovranno essere i fatti concreti.
Nel caso specifico, intanto, si rimane in attesa di un immediato deciso intervento a livello diplomatico che induca il Governo tunisino a ridurre drasticamente l’ammenda che dovrebbero corrispondere gli armatori Asaro di Mazara del Vallo per ottenere il rilascio del loro peschereccio e degli uomini che compongono l’equipaggio.
Nella certezza che il presente appello, fatto a nome anche dei familiari dei pescatori imbarcati sul “Twenty Tree”, di tutta la marineria di Mazara del Vallo e di tutta la società civile di questo territorio, troverà celere riscontro da parte delle SS.LL., si ringrazia per l’attenzione sempre mostrata e si porgono i più cordiali saluti.
Giuseppe Poma – Presidente Consiglio Provinciale di Trapani