(Art. 606 c.p.p. comma 1 lettera B).
I fatti. Elezioni Regionali del 2001, Francesco Pizzo, figlio dell'ex senatore, è candidato all'Ars ma perde le elezioni.
Il 29 aprile 2004 Pietro Pizzo viene arrestato con l'accusa di associazione mafiosa e voto di scambio, operazione “Peronospera II”: è accusato di aver comprato circa mille voti dalla famiglia mafiosa di Marsala per favorire l'elezione del figlio. La trattativa, condotta nel 2001 dall'ex vigile urbano Mariano Concetto per conto del capomafia Natale Bonafede, è costata a Pizzo 80 milioni di lire. All'epoca dei fatti era Presidente del Consiglio comunale di Marsala. Trascorrerà tre mesi in carcere.
Il processo inizia nel giugno del 2005 presso il Tribunale di Marsala. Il 24 aprile del 2007 Pizzo viene condannato a quattro anni di carcere (tre dei quali condonati per indulto) e all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.
Dopo l'arresto del padre, Francesco Pizzo si dimette dalla carica di assessore al Turismo della Provincia regionale di Trapani. Successivamente risultò essere all'oscuro del patto che il genitore strinse con Cosa Nostra e per questo la sua posizione venne archiviata.
Novembre 2008. Si avvia il processo d'appello. I pubblici ministeri Massimo Russo e Roberto Piscitello chiedono la condanna a 5 anni di carcere ma i giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo ribaltano la sentenza di primo grado: Pizzo viene assolto "perchè il fatto non sussiste" dall'accusa di voto di scambio politico – mafioso. Fine dei giochi, è il 23 aprile 2009.
La sentenza è stata depositata pochi mesi fa ed il Procuratore generale di Palermo, Raimondo Cerami, ha firmato il ricorso in Cassazione perchè i giudici della Corte d'appello hanno assolto Pizzo applicando i criteri di valutazione riservati ad un'altra fattispecie di reato diversa, il concorso esterno in associazione mafiosa. Pizzo ha comprato i voti ma non ha favorito la famiglia mafiosa. Tuttavia Pietro Pizzo era accusato voto di scambio.
Per esempio, in una delle intercettazioni ambientali Mariano Concetto dice "Quello era incazzato morto, suo figlio non era stato eletto e soldi non ne voleva uscire neanche ammazzato. Ma io gli ho detto - Cucì, (cugino ndr) tu ti sei preso l'impegno e a questo giovane che ti aveva procurato 40 voti i soldi glieli devi dare".