CRAVATTARI NELL'AGRO PONTINO - Secondo le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip presso il Tribunale di Roma Simonetta D’Alessandro (su richiesta della locale Procura della Repubblica) i cosiddetti «cravattari» agivano soprattutto nella zona dell'Agro Pontino e la «recrudescenza del fenomeno usurario aveva fortemente “condizionato” l’economia locale».
Le indagini, avviate dai carabinieri nell'agosto 2009, hanno portato a scoprire un vasto giro di usura che attanagliava un imprenditore edile di Terracina (Latina). Ricostruite le molteplici e complesse operazioni finanziarie in cui era stata coinvolta la vittima. A seguito dei primi esiti delle indagini, già nel giugno 2010 erano state arrestate 7 persone. Tra gli «aguzzini», che si ricorda essere quasi tutti imprenditori, spiccavano le figure di soggetti titolari di importanti esercizi commerciali e di imprese affermate.
500 MILA IN CAMBIALI - Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno accertato che la vittima ha dovuto sborsare, solo per l’acquisto di effetti cambiari 500 mila euro. Con gli arresti di martedì gli specialisti della Sezione Antiusura dell'Arma hanno chiuso i conti anche con gli usurai, appartenenti al giro, operanti nella Capitale. Molteplici gli «affari» dell'organizzazione.
Gli usurai rilasciavano prestiti a tassi elevatissimi. Quanto all’imprenditore pontino, lo avevano spinto a rivolgersi anche ad altre persone per ulteriori prestiti al fine di far fronte, negli anni, ai pagamenti degli ingenti interessi aumentati in maniera esponenziale.