Di professione falegname, dopo avere partecipato al secondo conflitto mondiale (soldato di marina, ritornò ammalato e invalido), negli anni '50, assieme a Giuseppe Russo, Giuseppe La Rosa, Celestino Saturno, al cavalier De Vita ed altri, costituì un'associazione di artigiani marsalesi che arrivò a contare oltre 300 tesserati. Di quell'organizzazione di categoria fu il primo combattivo presidente. Oltre che fondamentale punto di riferimento anche a livello provinciale. Antifascista sin da ragazzino (all'inizio degli anni '30, fu anche bocciato a scuola perché in classe si presentava
con una camicia rossa, anziché l'obbligatoria divisa nera), abbracciò subito le idee socialiste. E a Capo Boeo, dopo il ventennio fascita, diede naturalmente un contributo notevole alla rinascita del partito socialista, lottando sempre per l'emancipazione della classe dei lavoratori. Francesco Amodeo fu, inoltre, per anni, presidente della locale Associazione mutilati ed invalidi di guerra.
La sua piccola azienda (realizzava mobili e infissi) arrivò ad avere 16 dipendenti. Ma poi, la concorrenza delle grandi industrie del nord provocò la crisi del settore e per mantenere la famiglia fu costretto ad emigrare. Qualche anno dopo tornò in città e fu assunto al Comune, andando in pensione nel 1985 da funzionario. Il 2 giugno 1996, infine, a sua insaputa, fu insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
Antonio Pizzo - La Sicilia