Il 74% dell'attuale attività svolta dai giudici contabili riguarda abusi commessi al sud: la Sicilia si conferma tra le regioni più interessate.
A guidare la graduatoria, stilata dal centro ricerca Cgia, il Molise, con 31,48 cause aperte ogni centomila abitanti. A seguire, proprio la Sicilia: al momento sono in corso 23,2 cause ogni centomila abitanti. Non sono da meno, comunque, la Basilicata, con una media di 16,9 cause, la Calabria, attestatasi a 13,29, la Campania, che ha raggiunto il risultato di 13,28, e la Sardegna, che chiude la zona negativa della graduatoria con 9,22 cause. “Un quadro preoccupante-si legge nel rapporto redatto dalla Cgia-soprattutto perché confermato da dati elaborati dalla stessa Corte dei Conti”.
Tra gli illeciti più diffusi ,al centro dei verdetti dei giudici contabili, quelli generati dall'assegnazione di consulenze nella Pubblica Amministrazione. “Proprio in questo specifico ambito-sostengono i ricercatori della Cgia-ci troviamo difronte ad una vera e propria emergenza, non si tratta di fatti episodici o di incapacità di gestione, bensì di una vera e propria patologia: si crea, così, il rischio di compromettere nel tempo la tenuta dei bilanci delle amministrazioni”.
Il quadro tratteggiato per il 2010, comunque, stando sempre ai raffronti condotti dalla Cgia di Mestre, non varia rispetto a quello dell'anno precedente. Sono 3.680, invece, le cause generate da reati contro la Pubblica Amministrazione sull'intero territorio nazionale, ed ancora in corso. Oltre agli illeciti nell'assegnazione di consulenze, la Corte dei Conti è stata chiamata ad occuparsi di tangenti, frodi comunitarie, retribuzioni di incarichi a personale esterno, irregolarità gestionali nella realizzazione di opere pubbliche e nell'amministrazione di servizi sanitari.
Tra le regioni più virtuose, invece, spiccano il Veneto, con una media di cause in corso di 0,88 per ogni centomila abitanti, e l'Emilia Romagna, dove la percentuale si attesta a 0,97 procedimenti.