malore. L’uomo e’ cardiopatico e da quando ha cominciato lo sciopero ha interrotto la terapia farmacologica. In ospedale i medici gli hanno somministrato farmaci attraverso flebo. I figli del precario sono accorsi nel nosocomio, chiedendo al padre di interrompere lo sciopero della fama. ”Mi hanno abbracciato e supplicato – racconta Di Grusa – Mi hanno detto: Non ci serve un padre morto, ma un padre vivo, anche se povero, e dignitoso”. L’uomo e’ stato dimesso nel pomeriggio, adesso si trova a casa e ha sospeso il digiuno, anche su suggerimento dei sanitari. ”I miei figli mi chiedono di non scherzare con la vita – Continuero’ la protesta in altro modo, da stasera riprendero’ ad alimentarmi e a sottopormi alla terapia. Proseguiro’ la lotta sotto altre forme”.
Pietro Di Grusa, collaboratore scolastico precario da 25 anni, ha perso il lavoro un anno e mezzo fa. ”Credo nello Stato e nella Costituzione – aggiunge Di Grusa – ma dubito che il governo di Roma possa fare qualcosa. Mi rivolgo alla Regione siciliana nella speranza che possa aiutarci”. ”Siamo partiti senza bandiere ne’ politiche ne’ sindacati – conclude Di Grusa – per difendere il posto di lavoro, per questo mi auguro che la nostra protesta non venga strumentalizzata”.