Il disappunto viene manifestato tempestivamente da quanti, invece, a quel poco di verde erano decisamente affezionati. «Una piazza che non aveva nulla di speciale - dice la gente del posto, anche titolari di attività commerciali o semplici passanti - ma che era un anello fondamentale tra il vecchio centro storico e la parte fuori le mura della città . L'edicola, il vecchio posto dove sostavano una volta i taxi, gli alberi, l'aiuola divisoria, i pensionati che si godevano il fresco nelle panchine all'ombra di quegli alberi. Insomma, hanno distrutto una memoria storica abbattendo gli alberi e basolato con marmo bianco di uno squallore tremendo. Lo stesso scempio perpetrato ai danni del magnifico decumano. Pur di dare lavoro - dicono in coro un gruppo di anziani a passeggio nella zona - ci si inventa delle mostruosità che non fanno altro che far sprofondare Marsala in una città vuota e di bassa qualità , sia artistica che culturale».
Proteste di un tenore simile si era registrate mesi fa quando il dirigente al settore lavori pubblici del Comune, ingegnere Francesco Patti, ha pubblicato la gara d'appalto per la realizzazione del parcheggio e dei servizi igienici nella Piazza Marconi; bando che prevedeva l'estirpazione degli alberi di eucaliptus e pini, con più di 30 anni di vita, per trasformare la stessa in una distesa di bitume nero con strisce bianche o blu per delimitare le aree a parcheggio. Ad alzare la voce, allora, fu il consigliere comunale dei Verdi, Patrik Basile che dichiarò: «Non possiamo permettere un ennesimo scempio, un'ennesima cementificazione delle aiuole di Marsala. L'amministrazione Carini è da sempre poco attenta alle tematiche ambientaliste e sempre più interessata allo spreco di denaro pubblico per la realizzazione di piazze, pseudo sistemazioni delle aree a verde e parcheggi nel centro storico. Infatti, non si può non notare attraversando corso Calatafimi di fronte la chiesa del Santo Padre la piazzetta cementificata con l'eliminazione dell'area a verde e l'istallazione di una fantomatica fontana che fa acqua da tutte le parti, che ben poco ha di artistico. E che dire della piazza realizzata alla fine di via Armando Diaz?».
jana cardinale