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14/09/2010 04:00:00

Si inagura la Mensa fraterna, ma il Comune non ha i soldi per tavoli e sedie. L'intervista a Padre Francesco Fiorino


I nuovi locali della mensa, che è gestita dalla Fondazione San Vito Onlus presieduta da Padre Francesco Fiorino, sono stati ricavati all'interno della struttura dello Stadio municipale con ingresso autonomo. Dotata di un vano cucina arredato per la preparazione dei pasti giornalieri, la nuova sede della mensa dei poveri comprende un'ampia sala per accogliere 50 ospiti e altri due vani (spogliatoio e disimpegno), oltre ai servizi igienici. La cerimonia, dopo il taglio del nastro inaugurale, prevede la benedizione che verrà impartita da Mons. Domenico Mogavero, vescovo della Diocesi.

La nostra redazione ha intervistato Padre Francesco Fiorino.


Padre Fiorino, finalmente si inaugurano i locali della nuova mensa dei poveri, una diatriba che parte del 2008, dai 70mila euro stornati per ripristinare i locali dello stadio. Contento?
Se uno semina, raccoglie. Però bisogna insistere bisogna insistere con le nostre istituzioni locali, comuni, sindaci, amministratori locali. Bisogna ricordare sempre quali sono le esigenze e le esigenze, e l'esigenza di avere locali più spaziosi e più adeguati alle attività non era certamente una novità, questo è il quarto anno. Io ho chiesto già al Sindaco che non finisce qui, bisogna aiutarci anche nella gestione.


C'è la cucina?

Si, ma per esempio noi abbiamo dovuto comprare i tavoli e le sedie e questo c'è costato già 2.000 euro. E non abbiamo iniziato...


Però il climatizzatore ce l'avete...

Il climatizzatore è stato un regalo scorso...


Va in compensazione...


E' stato un episodio. L'importante è che adesso questa attività venga davvero sostenuta, non può essere delegata a noi, come se noi fossimo quelli che devono rispondere a certi bisogni mentre le politiche sociali e i fondi relativi vengono stornate per altre cose. Mi riferisco al Piano di zona, che abbiamo criticato e non riteniamo adeguato. Abbiamo scritto e pubblicato un dossier su questo Piano, secondo noi molte risorse vengono impegnate per servizi che non sono corrispondenti alle esigenze del territorio. Da noi ci sarebbe bisogno di borse lavoro per l'inserimento lavorativo di persone in difficoltà, ci sarebbe bisogno di spazi aggregativi per giovani nei quartieri popolari. Ci sarebbe bisogno di altre iniziative per supportare, non sopportare, supportare le iniziative che già si svolgono nel territorio.


Chi come lei ogni giorno mette il petto in faccia per arginare certe situazioni sembra più un peso che altro.
Purtroppo questa è una delle pecche dei nostri territori, dove chi propone delle alternative viene visto come uno che ti viene a rompere le scatole e non come uno che cerca di coniugare ai bisogni delle persone le risposte più autentiche e consequenziali a quelle che sono le emergenze sociali più vere del nostro territorio.