Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
17/09/2010 04:25:38

15 miliardi di euro il valore dei beni confiscati alla mafia dal 2008 ad oggi

 

IL SEQUESTRO DI MARTEDI'. La Direzione investigativa antimafia di Trapani ha sequestrato beni per oltre 1,5 miliardi di euro all' imprenditore Vito Nicastri, 54 anni, imprenditore di Alcamo (Trapani) nel settore delle energie alternative come l'eolico e il fotovoltaico.
Nicastri, che ha realizzato alcuni parchi eolici in Sicilia, viene indicato dagli inquirenti come vicino al boss latitante trapanese Matteo Messina Denaro, ritenuto il nuovo capo di Cosa Nostra.
Secondo il generale Antonio Girone, direttore della Dia, che ha confermato i sospetti relativi ai rapporti tra l'imprenditore e il capomafia, proprio il settore delle energie alternative sarebbe una delle attività economiche scelte da Cosa Nostra per il riciclaggio di denaro sporco.
 

CASTELLAMMARE. Due lotti di terreno e fabbricati, confiscati alla criminalità organizzata, acquisiti dal Comune di Castellammare del Golfo. L’amministrazione comunale ha già deliberato per l’acquisizione al patrimonio comunale di due lotti di terrenno, con annessi fabbricati, siti in contrada Crociferi o Bocca della Carrubba. Il trasferimento dei beni confiscati al patrimonio indisponibile del Comune, è stato disposto con un decreto prefettizio del marzo 2010. I beni sono stati consegnati all’amministrazione comunale a fine agosto, da un rappresentante dell’agenzia del Demanio, per essere destinati a finalità sociali. I beni, confiscati al castellammarese Salvatore Palazzolo, riguardano un appezzamento di terreno agricolo con un piccolo fabbricato rurale, cisterna e pozzo per l’acqua, disabitato ed in stato di abbandono, ed un lotto con un fabbricato per civile abitazione (piano interrato, piano rialzato e primo piano, allo stato grezzo), per un totale di 3.541 metri quadri. Il Tribunale di Trapani aveva emesso il decreto di confisca dei beni il 25 novembre del 1983, confermato con decreto della Corte di Appello di Palermo a febbraio del 1984 e divenuto definitivo, a seguito di pronuncia della Corte di Cassazione, a novembre del 1984. I beni confiscati sono stati assegnati dopo chiarimenti sullo status giuridico.