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17/09/2010 08:23:36

Contro il peschereccio di Mazara usate dai libici mitragliette "fisse"

Si configura come un giallo la perizia su quei cinquanta colpi esplosi ai danni del motopesca di Mazara del Vallo. Perizia che, spiega il procuratore della Repubblica di Agrigento Renato Di Natale, "gli specialisti dell'Arma dei carabinieri non hanno ancora depositato, per farlo hanno chiesto un termine non molto lungo". Ma la Procura vuole vederci chiaro. Anche sentendo, la prossima settimana, i sei militari che quel giorno erano a bordo dell'imbarcazione.

La Guardia di Finanza ribadisce in una nota: "Spari da armi portatili di proprietà dei libici". E conferma che le motovedette furono cedute ai libici "prive di qualsiasi armamento". Intanto dalla Libia rimbalza la notizia: il comandante della motovedetta libica che ha aperto il fuoco sul peschereccio Ariete è stato sospeso dal servizio 1 e messo sotto inchiesta. In serata è stato interrogato assieme a tutto l'equipaggio.

E intanto fonti dei carabinieri smentiscono che il Ris abbia già consegnato i risultati della perizia sull'Ariete ai giudici, e smentiscono che sia possibile determinare il tipo di armi usate soltanto dall'esame dei fori di entrata dei proiettili che ranno raggiunto il peschereccio.

 "Secondo quanto risulta dagli accordi italo-libici, l'Italia avrebbe fornito alla Libia solo le imbarcazioni e non le armi - sostiene la Procura - ma sul punto intendiamo interrogare i sei finanzieri che erano a bordo durante l'attacco all'Ariete". Per l'episodio, al momento, i magistrati siciliani ipotizzano il reato di tentato omicidio plurimo a carico di ignoti. L'inchiesta è coordinata dal procuratore della Repubblica Renato Di Natale e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, condotta dal sostituto procuratore Luca Sciarretta.

.Stando alle analisi del reparto speciale dei carabinieri, a sparare non furono dunque mitra e kalashnikov, come da una prima ricostruzione contenuta in un rapporto del Viminale , ma le armi in dotazione alla motovedetta, una delle sei fornite ai libici dall'Italia. Mitragliette fisse, la cui fornitura non sarebbe però inclusa nell'accordo stipulato nel 2008 con Gheddafi per arginare il flusso di clandestini dalle coste nordafricane.

 Il Ris ha analizzato i fori provocati dai proiettili: i buchi sono di circa 10 millimetri, segno, secondo gli esperti, che sono stati sparati da mitragliette pesanti, come quelle fisse in dotazione delle motovedette militari. Non è possibile, invece, stabilire la nazionalità delle armi. Potrebbe anche trattarsi di copie delle armi italiane. Ma è sempre più urgente un chiarimento sui reali contenuti dell'accordo italo-libico.

 "I colpi esplosi in direzione del peschereccio italiano provenivano da armi portatili di bordo, non montate su supporto fisso, di proprietà della Guardia Costiera libica". Lo spiega la Guardia di finanza in una nota, in cui si precisa anche che "le motovedette originariamente dotate di armamento navale di tipo mitragliera Breda calibro 30mm., sono state cedute alla Guardia Costiera libica prive di qualsiasi armamento fisso e/o portatile".

Intanto la Libia reagisce alla crisi del motopeschereccio "Ariete" mettendo sotto inchiesta e sospendendo dal servizio il comandante della vedetta che ha sparato contro gli italiani. L'ufficiale che domenica sera aveva ordinato al suo equipaggio di inseguire e mitragliare i pescatori siciliani è stato messo a terra servizio e, assieme a tutti gli altri componenti libici dell'equipaggio imbarcato su una ex metovedetta italiana, è in stato di fermo, interrogato dai magistrati libici.

La notizia, anticipata in serata ai media italiani da Tripoli, è stata confermata da un comunicato del ministero degli Esteri libico: "Il Comitato generale per le comunicazioni estere e la cooperazione internazionale - si legge nella nota - dichiara che la Commissione speciale istituita per indagare sullo spiacevole incidente che riguarda gli spari contro il peschereccio italiano da parte di una motovedetta libica domenica 12 settembre ha iniziato il suo lavoro, e che il comandante della motovedetta libica è stato sospeso dal servizio e messo sotto interrogatorio".