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21/09/2010 09:06:05

Si celebra a Sponde 2010 la Giornata Mondiale della Pace. Al centro del dibattito lo sviluppo e la comunicazione quali strumenti per il dialogo interculturale

Proprio Mogavero, in apertura, ha introdotto i temi della giornata – le tavole rotonde sullo sviluppo economico e sulla comunicazione come strumenti di pace – e ha insistito sul valore della ricerca del dialogo per la soluzione dei conflitti. “Sono sempre più convinto – ha detto Mogavero – della bontà e della efficacia della strategia del dialogo, confortato anche dai tantissimi illustri precedenti, da San Francesco d’Assisi a Giorgio La Pira”. Proprio la figura di La Pira è stata ricordata dal Prof. Nadir M. Aziza, Direttore Generale dell’Osservatorio del Mediterraneo: “Non possiamo rimanere con le mani in mano. Soltanto andando incontro a chi è diverso da noi si può trovare la via della pace”.

 


Ad introdurre i temi della giornata è stato, più specificamente, Antonello Miranda, Preside della Facoltà di Scienze Politiche di Palermo. “L’anno scorso a Sponde abbiamo ipotizzato tra le tante iniziative da mettere in campo per rafforzare il dialogo la possibilità di istituire un corso di laurea dedicato alle relazioni euro mediterranee. Ebbene, oggi posso dire che il Ministero ha dato il via libera a questo progetto, e facendo tesoro dell’esperienza di Sponde sta per nascere un corso di laurea magistrale”.


E’ intervenuto per i saluti anche Gaspare Noto, Presidente dell’Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo, per la prima volta presente a Sponde 2010 : “Il mondo della comunicazione, e quello dell’informazione in particolare, - ha detto Noto - deve fare un profondo esame di coscienza per capire qual è il suo ruolo nella costruzione di un percorso di dialogo e di pace. Si tratta di costruire una cultura etica della responsabilità anche all’interno del mondo della comunicazione”.

Xaviere Ulysse, Direttrice dell’Università Euro – Araba Itinerante di Parigi ha esordito con un appello alla buona volontà dei costruttori di pace: “Non dobbiamo essere scoraggiati. Anzi, dobbiamo fare come i marinai coraggiosi: tenere il timone fermo anche se c’è la tempesta”. Ha aggiunto Ulysse: “La metà della popolazione del globo vive con meno di due euro al giorno e questo è il fattore che minaccia di più la pace nel mondo. E’ importante assicurare lo sviluppo socio – economico dei paesi poveri, diminuire le differenze tra Paesi ricchi e Paesi poveri se si vuole costruire un percorso di pace”.

“E’ troppo comodo delegare ai potenti del mondo il compito di risolvere i conflitti del mondo. La pace parte invece dal cuore di ognuno di noi”. Questo è stato l’appello finale di Mons. Mogavero.